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Cronaca

Indagine antidoping: 150 fiale anabolizzanti sequestrate al body builder astigiano arrestato

Reso noto il nome del titolare di un negozio di integratori alimentari coinvolto nell’inchiesta partita da Enna. Con lui un altro indagato di Asti. Giro d’affari di oltre 1 milione di euro

Il nome dell’arrestato

E’ Massimo “Max” Margiotta, 38 anni, l’astigiano arrestato questa mattina nell’ambito di un’operazione antidoping coordinata dalla Procura di Enna ed affidata ai carabinieri del Nas di Roma.
Margiotta è conosciuto in città per la sua grande passione per il body building; una passione che si è trasformata nel suo doppio lavoro di istruttore di palestra e di proprietario del negozio Bad Boys Nutrition di integratori per sportivi con sede in corso Don Minzoni (anche se era previsto un trasferimento in corso Dante).

12 arrestati in tutta Italia

Con lui sono finite in manette altre 11 persone, tutte ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di utilizzo o somministrazione di farmaci o di altre sostanze al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti e di produzione, traffico, e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope.
Insieme a Margiotta, ad Asti è finito nella rete dell’inchiesta un altro giovane, di cui non sono state rese note le generalità, a casa del quale è stata eseguita una perquisizione. Così come è stata fatta nell’abitazione del titolare della Bad Boys Nutrition, in zona corso Torino. I carabinieri hanno sequestrato complessivamente 150 fiale e oltre 270 compresse di anabolizzanti ad effetto dopante, gran parte proveniente dall’est europeo.
Gli ordini di arresto, firmati dal gip Maria Luisa Bruno, erano state richieste da un giovane pm di Enna, Giovanni Romano, prematuramente scomparso.

I prodotti venduti on line

L’indagine era scaturita dal monitoraggio sui social network delle piattaforme di e-commerce utilizzate per la vendita on line di sostanze anabolizzanti; un monitoraggio che aveva consentito di individuare una fitta rete di soggetti impiegati nella distribuzione sul territorio nazionale di tali sostanze. Molti di questi utilizzavano esclusivamente strumenti di pagamento digitali anche con identità false, per sfuggire ai controlli bancari e di polizia ed erano in diretto contatto con centri di distribuzione di Salerno, Lecce e Modena.
Non è ancora noto quale fosse il ruolo di Margiotta in questa organizzazione né quali siano gli episodi che gli vengono contestati nello specifico.

Commercio clandestino nel mondo delle palestre

Certo è che l’indagine ha svelato stretti collegamenti fra i fornitori intermediari e numerosi titolari o gestori di palestre e negozi di articoli per body builder oltre a giovani atleti non professionisti che facevano un largo uso di queste sostanze.

Confermata la produzione clandestina

Ingente il quantitativo di prodotti sequestrati durante le perquisizioni eseguite in tutta Italia (in tutto erano 57 i decreti di perquisizione da eseguire) e i primi riscontri delle analisi chimico-tossicologiche effettuate sui campioni nei laboratori del Ris di Roma e dell’Università cattolica del Sacro Cuore di Roma hanno già confermato una produzione clandestina di questa sostanze, quasi tutte di provenienza estera.
In particolare i prodotti arrivavano dalla Bulgaria, Slovacchia, Polonia, Romania e Serbia.

Scrivevano anche i “bugiardini”

Fiale e integratori viaggiavano prevalentemente per posta o tramite corriere per un giro stimato, nei due anni di indagine presi in considerazione, di oltre 1 milione di euro sempre accompagnati da consigli su dosaggi e terapie da seguire per ottenere il massimo dei risultati. A redigere questi “bugiardini” terapici gli stessi venditori e intermediari, ovviamente senza alcun titolo accademico o competenze in materia medica.

Fra i consumatori giovani e non solo

Preoccupante l’età media degli assuntori di queste sostanze: tra i 20 e i 40 anni con qualche caso di ultrasessantenni che usavano le sostanze dopanti nei mesi primaverili per migliorare la loro forma fisica in previsione delle vacanze estive.

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