Potrebbe finalmente avere un nome e unidentità il corpo senza vita ritrovato nel giugno di quattro anni fa in frazione Vignole di Montafia. Si tratterebbe di un operaio di 40 anni di origini
Potrebbe finalmente avere un nome e unidentità il corpo senza vita ritrovato nel giugno di quattro anni fa in frazione Vignole di Montafia. Si tratterebbe di un operaio di 40 anni di origini romene arrivato in Italia, o meglio in Piemonte, in cerca di lavoro e di un po di fortuna. A scoprirlo sono stati i carabinieri del nucleo investigativo del Comando di Asti, gli stessi che si erano recati a Montafia, nei pressi della discarica abusiva dove il corpo delluomo era stato ritrovato da alcuni cacciatori. Allora era già in stato avanzato di decomposizione, con il volto non più delineato, buttato lì a faccia in su. Gli avevano lasciato gli abiti che indossava al momento della morte e chi lo scaricato nelle campagne di Montafia aveva anche cercato di nasconderlo in mezzo a divani rotti e altri oggetti della discarica abusiva per occultarne la vista a passanti e agricoltori della zona.
Lautopsia sul corpo non aveva dato contributi significativi allidentità delluomo (al punto che, un anno dopo, era stato diffuso un possibile identikit delluomo ricostruito dalla polizia scientifica di Torino), ma aveva stabilito che era morto per schiacciamento della gabbia toracica, in una modalità compatibile con la caduta da un alto ponteggio. E sono proprio due impresari torinesi adesso ad essere nei guai: indagini dellInterpol hanno consentito di verificare la scomparsa del romeno che, a periodi alterni, aveva lavorato in nero per i due. Loro negano ogni addebito nella morte del romeno, e uno si è già fatto interrogare dal Procuratore assistito dal suo avvocato, respingendo ogni responsabilità. Iscritti nel registro degli indagati, a loro carico le pesanti accuse di omicidio volontario e occultamento di cadavere.