L’algoritmo di Transcrime spiega quali siano i danni, diretti e indiretti, dei reati consumati nella nostra provincia
Si può misurare con una formula il danno economico ed emotivo sia individuale che collettivo provocato da furti, truffe e rapine? Sì, per Transcrime, il Centro di ricerca universitaria sulla criminalità transnazionale dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano. Due dei suoi ricercavori, Marco Dugato e Serena Favarin, ritengono che sia molto importante riuscire a misurare il danno della criminalità sulle diverse province italiane per impostare anche nuove tecniche di sicurezza e di impiego delle forze dell’ordine.
«Conoscere quali fattispecie di reati generino più danni e quali siano i territori più vulnerabili – spiegano gli autori della ricerca – è fondamentale per orientare adeguate politiche di prevenzione o riduzione del danno. Monitorare l’evoluzione dei fenomeni criminali nel tempo consente di pianificare misure ed interventi ad hoc». Le amministrazioni locali e le forze dell’ordine potrebbero avere a disposizione mappe dettagliate con le aree più soggette ai reati andando così a rafforzare metodologie di contenimento dei reati in zone particolarmente mirate, ottimizzando i risultati e non disperdendo le energie e le risorse.
La formula matematica utilizzata da Dugato e Favarin per dare un valore alla gravità della criminailità comune è la seguente: reati denunciati alle forze dell’ordine per 100 mila diviso per la popolazione del territorio preso a riferimento e il risultato moltiplicato per la pena mediana prevista per quel tipo di reato.
Enunciato questo, Transcrime ha provato ad applicare l‘algoritmo ai dati disponibili sui reati denunciati in Italia e da Asti arriva una brutta sorpresa.
Nella categoria dei reati violenti e appropriativi relativi all’anno 2015, la nostra provincia vince la maglia nera del Piemonte. A fronte delle altre province in cui l’indice è basso, l’Astigiano registra invece un indice superiore alla media. Certo, va ricordato che, insieme all’ormai consueto “corredo” di furti in abitazione e truffe di cui la nostra provincia è da tempo ai primi posti italiani, il 2015 è stato anche l’anno che ha contato quattro omicidi da luglio ad ottobre.
Un po’ meglio va nell’analisi dei costi economici diretti della criminalità comune che attesta Asti su una cifra complessivamente calcolata nella forbice fra 500 mila e 1 milione di euro.
Ma quali sono i costi economici dei reati? Ce ne sono di diverso tipo.
Il primo è il costo economico diretto, quello più facile da calcolare perchè è la mera quantificazione delle spese generate dal danno subito.
A questo segue il costo non economico diretto, o meglio quello intangibile e riguarda le conseguenze emotive e piscologiche di un evento criminale. Qui si affacciano molte difficoltà nella quantificazione ma è indubbia la rilevanza di questa voce.
Mentre questi primi due costi possono dirsi individuali o riferiti ad una ristretta comunità di persone, il terzo riguarda tutta la società ed è il costo economico indiretto. Include sia i costi di anticipazione dell’evento criminale (ad esempio la prevenzione delle forze dell’ordine) che quelli in risposta (come l’intervento delle forze di polizia, il sistema giudiziario e penale, l’assistenza socio-sanitaria delle vittime).
Daniela Peira