Cinque uomini, tutti nomadi domiciliati ad Asti, sono stati arrestati nei giorni scorsi dai carbainieri di Lodi
Cinque uomini, tutti nomadi domiciliati ad Asti, sono stati arrestati nei giorni scorsi dai carbainieri di Lodi perchè ritenuti i componenti di un gruppo “gemello” a quello che, solo qualche giorno prima, era già stato sgominato sempre nella provincia pavese.
Si tratta di persone accusate di aver messo a segno una serie di truffe presentandosi come carabinieri e carpendo così la fiducia delle loro vittime. In tutto i carabinieri di Lodi hanno contato almeno 43 colpi, tra truffe e furti, soprattutto ai danni di anziani. L’inchiesta era partita in seguito ad un grave espisozio avvenuto a gennaio, a Caselle Lurani, provincia d iPavia, quando due carabinieri rimasero feriti durante un inseguimento.
I fuggitivi, che avevano cercato di introdursi in un’abitazione, si erano poi dati alla fuga ma avevano abbandonato l’auto con dentro molti arnesi da scasso insieme a parrucche, cappellini, guanti e false tessere di riconoscimento dell’Arma dei Carabinieri ma anche di impiegati dell’acquedotto e della rete del gas. Grande la sorpresa degli investigatori quando, perquisendo l’auto, hanno scoperta che si trattava di una vettura blindata con lastre di metallo inserite nei sedili in modo da deviare pallottole in carso di sparatorie.
E poi le targhe: sopra quella vera, ne era stata apposta una adesiva falsa. Confrontando le riprese delle telecamere stradali, i carabinieri avevano virtualmente “seguito” l’auto nei giorni precedenti e l’avevano vista entrare in un casale di Asti, considerata la base della banda. Di qui le accuse che hanno raggiunto Guglielmo Sonni, Alex De Rossi, Teresio Dal Forno, Enrico e Giovanni Lafleur e Felice Dubois.