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Pierpaolo Gherlone
Cronaca
Finanza

La fiamme gialle di Asti confiscano a Pierpaolo Gherlone beni per circa 670.000 euro

A seguito di un precedente patteggiamento in giudizio. Il denaro è stato recuperato tra conti bancari, tre autovetture di lusso, 5 terreni ubicati nell’Astigiano e quote societarie

I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Asti, su disposizione del Tribunale, hanno eseguito, all’esito della sentenza di condanna dell’imputato Pierpaolo Gherlone, 58 anni, la confisca penale, per un importo di circa 670.000 euro del denaro presente su conti bancari, tre autovetture di lusso, 5 terreni ubicati nell’astigiano e quote societarie, «resosi responsabile – si legge in una nota stampa della Finanza – di reati di natura fiscale, di indebita percezione di contributi a fondo perduto ex art. 25 del D.L. 34 del 19.05.2020 (decreto rilancio) istituiti per far fronte all’emergenza COVID 19, nonché del reato di bancarotta fraudolenta».

Le indagini condotte dalle fiamme gialle astigiane nel 2021, coordinate dal Pubblico Ministero Gabriele Fiz della Procura della Repubblica di Asti, avevano accertato che l’imputato, nel biennio 2019-2020, «aveva acquisito per fini illeciti la carica di amministratore di vari soggetti economici. In particolare, nella carica di rappresentante legale di due società della provincia di Asti, al fine di conseguire indebitamente i contributi per il Covid 19, per un totale di circa 18.000 euro, traeva in inganno – spiegano gli investigatori – l’Agenzia delle Entrate comunicando, per gli anni d’imposta 2019 e 2020, un volume d’affari fittizio, calcolato sulla base di fatture inesistenti sotto il profilo oggettivo, tale da comprovare il calo di un terzo del fatturato elemento espressamente richiesto dalla normativa per ottenere il beneficio pubblico».

Inoltre, nella carica di liquidatore di due società astigiane dichiarate fallite nel 2020 dal Tribunale di Asti, l’indagato «distraeva e dissipava somme pari a quasi 650.000 euro tramite prelievi in contanti dai conti correnti aziendali ed ingiustificati pagamenti. Parte di queste somme, venivano dal medesimo impiegate e trasferite in altre attività economiche ed imprenditoriali, riconducili allo stesso, realizzando così anche il delitto di autoriciclaggio e di indebita compensazione fiscale».

All’esito del giudizio, il Tribunale accoglieva le tesi della Procura, e condannava, a seguito di un patteggiamento, l’imputato ad una pena detentiva di 3 anni e 6 mesi e disponeva la confisca penale del denaro e beni già sottoposti a sequestro preventivo.
L’attività svolta evidenzia il costante impegno della Guardia di Finanza nel contrasto alle condotte illecite e fraudolenti nella tutela dell’economia legale, alla salvaguardia delle realtà aziendali sane ed alla difesa degli interessi creditori e a tutti i casi di indebita percezione e malversazione delle risorse pubbliche destinate alle imprese in effettiva difficoltà.

Con la confisca tali beni andranno a far parte del patrimonio dello Stato per essere destinati ad esigenze di pubblico interesse a beneficio dei cittadini.

[nella foto Pierpaolo Gherlone]

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