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Cronaca

La presenza di Umberto II
già “sentita” 19 anni fa

Come già anticipato nei giorni scorsi, gli acchiappafantasmi dell’associazione National Ghost Uncover, guidata dal presidente Massimo Merendi, sono tornati ad Asti per portare nuove

Come già anticipato nei giorni scorsi, gli acchiappafantasmi dell’associazione National Ghost Uncover, guidata dal presidente Massimo Merendi, sono tornati ad Asti per portare nuove “rivelazioni” sui presunti avvistamenti del fantasma di Umberto II di Savoia. Il re di maggio, che da tempo infesterebbe l’androne del municipio e almeno una stanza del piani alti (sarebbe stato visto nell’ufficio di un assessore), è oggetto di un’indagine da parte del sodalizio e, dopo il primo passaggio astigiano dell’associazione, sono arrivate nuove segnalazioni di presunti episodi soprannaturali.

Prime infestazioni nel 1997?
Prendendo per vero ciò che è stato riferito a Merendi dai presunti testimoni, il fantasma di Umberto II sarebbe implicato in fenomeni paranormali già a partire dal 1997. «Abbiamo concluso che 18 persone, a partire da quell’anno, avrebbero avuto o semplici sensazioni, o visioni molto simili a quelle descritte dagli altri testimoni. Questo confermerebbe l’ipotesi che qualcosa di non usuale potrebbe essere avvenuto in piazza San Secondo». Sono state trentaquattro le telefonate giunte agli acchiappafantasmi, «di cui ventisei – ha precisato Merendi – tenute in considerazione per una possibile attendibilità». Due di queste testimonianze, al di là di quelle già raccolte nel 2015, racconterebbero di un’apparizione del re in divisa militare, particolare volutamente modificato nell’altra visita degli acchiappafantasmi (avevano detto che il re era in borghese), «per distinguere le nuove testimonianze “vere” da quelle “inventate”».

«Chiedeva informazioni per Palazzo Ottolenghi»
Risolto anche il mistero del famoso palazzo che Sua Altezza vorrebbe raggiungere. «Il re ha chiesto a sei testimoni la strada per Palazzo Ottolenghi, in corso Alfieri. Ha spiegato che avrebbe dovuto incontrare, proprio a Palazzo Ottoleghi, una signora, la quale ci risulta essere morta nel dopoguerra». Non è ben chiaro se il “reale fantasma” sia a conoscenza dell’avvenuto trapasso della donna con il quale vorrebbe parlare, anche se, essendo lui stesso defunto, dovrebbe essergli noto. L’esperto di storia locale e giornalista Stefano Masino, presente all’incontro con gli acchiappafantasmi, ha però precisato che «Umberto II, da vivo, è stato ospite ad Asti almeno quattro volte». «La prima – ha ricordato Masino – nel 1926 quando ha incontrato il conte Mario Ottolenghi, pronipote di Leonetto Ottolenghi. Mario era di religione ebraica, poi convertito al cattolicesimo, e oggi sepolto nel cimitero di viale don Bianco». L’incontro tra i due è avvenuto, però, a Palazzo Alfieri e non a Palazzo Ottolenghi.
Questo sembra essere l’unico contatto diretto tra Umberto II e un membro vivente della storica famiglia astigiana.

Il documento con le profezie
In ogni caso, gli acchiappafantasmi hanno confermato la consegna di una lettera “brevi manu”, passateci l’espressione, tra lo spettro e una donna «di chiara fede monarchica». Nel documento si parlerebbe bene di Asti e ci sarebbero alcune profezie, «come il futuro da Regina di una delle sue eredi, una nipote oggi minorenne».
Alla richiesta di poter vedere copia della lettera, Merendi ha risposto che «si trova in uno studio legale di Alessandria». «Per il 13 giugno, – ha poi spiegato – data in cui il re dovrebbe tornare come da lui stesso annunciato, confidiamo di avere la perizia calligrafica tra questa lettera e un altro documento firmato dal re, così da sapere se si tratta della stessa scrittura».

Nessun contributo economico da parte del Comune
«Non credo ai fantasmi, – ha commentato il sindaco Brignolo – ma se per questa storia avremo qualche turista in più, ben venga». Smentite, invece, tutte le illazioni, in massima parte circolate su Facebook, circa un sostegno economico da parte del Comune per l’attività degli acchiappafantasmi. Nessun contributo economico, infatti, è stato accordato per le indagini in corso così come il loro intervento ad Asti non è stato richiesto dall’amministrazione, a nessun titolo e per nessun motivo.

Riccardo Santagati

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