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L'anno comincia male, 8 casi di violenza in casa
Cronaca

L'anno comincia male, 8 casi di violenza in casa

Quasi triplicati, rispetto allo scorso anno, gli accessi al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Asti di persone che sono state vittime di violenza. Dal primo gennaio ad oggi sono stati registrati ben 8

Quasi triplicati, rispetto allo scorso anno, gli accessi al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Asti di persone che sono state vittime di violenza. Dal primo gennaio ad oggi sono stati registrati ben 8 accessi di cui 7 riguardano donne e uno, stranamente, un uomo.
Dati che fanno paura e che fanno riflettere, perché nel 2012, nello stesso periodo, i casi erano stati solo tre (ma anche in quel caso uno di essi riguardava un uomo).

Un inizio d’anno non confortante, dunque, che diventa ancora più preoccupante se si considera che i casi che approdano al Pronto Soccorso sono i più gravi, i più eclatanti, quelli di persone che spesso subiscono da molti anni e ora si sono stufate o più semplicemente perché si tratta di episodi che non si possono nascondere. Sono solo la punta dell’iceberg delle tante quotidiani situazioni in cui, soprattutto le donne, portano da sole e in silenzio il peso di vivere con una persona violenta. Delle otto persone passate al Pronto Soccorso, una è stata vittima di violenza sessuale, altre sette di violenze domestiche. Sfatato anche il falso luogo comune del primato alle famiglie straniere. Di quelle otto persone medicate, infatti, solo tre sono straniere, mentre le altre 5 tutte italiane con un’età media appena al di sotto dei 40 anni.
Nel corso di tutto il 2012 sono stati 105 i casi che si sono presentati al Pronto Soccorso di cui 74 donne, 22 uomini e 9 minori. In tutto sono stati sette i ricoveri in posto letto segreto, sei in reparti per acuti e uno in struttura.

L’escalation della violenza sulle donne sembra andare di pari passo con la crisi economica e sicuramente l’incertezza e la precarietà sono fonte di stress così intensi da minare le capacità di autocontrollo di persone aggressive, ma non è un raffronto automatico. Come spiegano dal Centro d’Ascolto l’Orecchio di Venere, nato in seno alla Croce Rossa Italiana «associamo la violenza alla povertà solo perché le case dei meno abbienti sono “case di vetro”, dove tutti si sentono in dovere di ficcare il naso e dunque anche di denunciare a volte al posto della vittima. Ma esistono i casi anche nelle gabbie dorate, nelle ville, nella famiglie abbienti e con buona posizione sociale. Solo che lì è più difficile che la vittima faccia denuncia per ragioni di pudore e perché ha paura di perdere la sicurezza economica».

Asl di Asti ha istituito un gruppo di coordinamento sull’assistenza delle vittime di violenza sessuale e domestica che, oltre a poter contare su un team specializzato di professionisti, ha portato anche ad una corsia privilegiata in Pronto Soccorso, con una strenua protezione della privacy e la possibilità di scegliere l’anonimato durante il triage.

Daniela Peira

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