Dentro ci vivono circa 140 profughi: 50 sono “stanziali”, ovvero registrati al centro di accoglienza della Croce Rossa che si occupa di istruirli, insegnare loro l’italiano ed accompagnarli nei percorsi di inserimento ed integrazione in attesa di essere giudicati dalla commissione per il riconoscimento dello status di rifugiato
Il luogo in cui più si comprende il profondo cambiamento avvenuto in quell’ex area militare, è uno dei 22 bunker scavati nella collina.
Dove fino al 2013 erano stoccati e custoditi enormi quantità di munizioni ed armi, oggi vi sono bancali di latte condensato e scatole di cibo per le famiglie che non possono permettersi di mettere insieme pranzo con cena.
L’area è quella dell’ex deposito dell’Aeronautica di Castello d’Annone che ieri ha aperto le sue porte ai giornalisti per un reportage in quello che, da qualche giorno, è il nuovo centro di transito affidato alla Croce Rossa di Asti.
Il presidente Stefano Robino si improvvisa cicerone e mostra le nuove destinazioni degli edifici passati dal demanio militare a quello civile ed infine affidato alla Cri.
Dentro ci vivono circa 140 profughi: 50 sono “stanziali”, ovvero registrati al centro di accoglienza della Croce Rossa che si occupa di istruirli, insegnare loro l’italiano ed accompagnarli nei percorsi di inserimento ed integrazione in attesa di essere giudicati dalla commissione per il riconoscimento dello status di rifugiato.
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Daniela Peira