Il mese di giugno è stato particolarmente importante anche sul fronte della lotta all'evasione portata avanti dalla Guardia di Finanza di Asti. Fin dai primi giorni quando è stato segnalato il
Il mese di giugno è stato particolarmente importante anche sul fronte della lotta all'evasione portata avanti dalla Guardia di Finanza di Asti. Fin dai primi giorni quando è stato segnalato il caso di una multinazionale che ha una sede operativa anche in un comune vicino ad Asti, accusata di aver sottratto circa 2 milioni di euro alla tassazione. Una contestazione amministrativa scaturita dalle verifiche sulle transazioni commerciali internaizonali intrattenute dalla società verso le sue partecipate o "consorelle" dalle quali emergerebbero dei passaggi e delle fatturazioni a prezzi studiati apposta per innalzare i profitti nei Paesi con tassazione più favorevole ed abbassare quelli con una più pressante percentuale di imposte.
A ruota il caso dei fratelli titolari delle società La Margherita e altre collegate, particolarmente importanti nel settore del commercio all'ingrosso e al minuto di materiale da costruzione e lavorazioni edili. Anche in questo caso tutto è partito da una verifica sull'emissione degli scontrini fiscali e sulla regolarità delle fatture emesse. La conclusione dei finanzieri non è stata piacevole per i titolari, accusati di aver sottratto oltre 7 milioni di euro all'evasione; tutto è passato nelle mani dell'Agenzia delle Entrate per il recupero di quanto dovuto. Ma subito dopo l'accertamento fra i fratelli si sono registrate finte vendite di alloggi, a volte anche "incrociate" per sottrarre ad un eventuale sequestro i tanti immobili intestati. Per questo la Finanza ha chiesto ed ottenuto il sequestro di garage, terreni, capannoni industriali ed alloggi per un valore di circa 5 milioni di euro.
Sempre di Guardia di Finanza ma questa volta del Comando di Cuneo si parla a supporto dell'inchiesta portata avanti dalla Polizia di Asti nell'ambito delle truffe nel settore della vendita all'ingrosso di alimentari. Cinque persone sono finite nell'inchiesta con l'accusa di aver acquistato grosse partite di merce alimentare non pagata e inviata sugli scaffali di alcuni discount compiacenti.
Daniela Peira