Ultimo attacco dieci giorni fa
L’ultimo attacco segnalato è di dieci giorni fa, ad Agliano, dove ad avere avuto la peggio è stata una pecora nel recinto di casa. I lupi sono usciti dalle favole e sono arrivati fino alle nostre “quote collinari”.
Una presenza che crea allarmismi e non pochi danni ai proprietari delle prede finora abbattute, tanto che la Regione Piemonte si sta muovendo su due piani differenti. Il primo è interno, di organizzazione di una rete di monitoraggio delle presenze dei lupi e l’altro è rivolto a Roma, con la richiesta firmata dal vicepresidente Fabio Carosso affinchè venga rivista completamente la normativa di tutela del lupo che tenga conto delle trasformazioni sulle sue abitudine e la sua diffusione.
Di questo e di altro si è parlato ieri mattina in Provincia nel primo di sette incontri sul territorio con tutte le istituzioni che, a vario titolo, si occupano e preoccupano dell’arrivo dei lupi.
20 attacchi in un anno
Partendo dai dati.
Dal primo gennaio 2019 al primo gennaio 2020 sono stati 20 gli attacchi di predazione registrati nella nostra provincia. E se dei primi non si ha certezza, gli ultimi, grazie all’esame del Dna, confermano scientificamente che gli abbattimenti delle prede sono stati fatti da lupi.
Quanti lupi in terra astigiana?
Ma quanti lupi circolano in provincia di Asti?
Il dato esatto non esiste. Esiste una stima molto attendibile delle presenze in tutta la regione ferma al censimento del 2018: 195 lupi divisi in 33 branchi e 2 coppie solitarie. Ma nel solo corso del 2019 la situazione è già cambiata.
Serve un monitoraggio costante per arrivare ad una stima il più possibile vicina alla realtà.
E il percorso per arrivarci è stato illustrato dalla dottoressa Francesca Marucco, coordinatrice scientifica del progetto europeo Life Wolfalps, finanziato dalla CE a supporto di progetti di conservazione di ambiente e natura presentati da una rete di istituzioni che si occupano di coesistenza di uomo e lupo.
Serve un ampio monitoraggio
«Abbiamo bisogno di mettere insieme tutti i dati, le denunce, il materiale fotografico o filmato, le segnalazioni che arrivano sulle presenze dei lupi – ha detto la dottoressa Marucco – Vanno poi classificati e catalogati secondo procedure omogenee che li trasformeranno in dati scientificamente attendibili ed utilizzabili per una serie di azioni di monitoraggio, contenimento, prevenzione».
Squadre locali miste
Cuore di questo monitoraggio saranno squadre locali miste formate da veterinari, carabinieri forestali, guardiaparco e guardie ambientali provinciali adeguatamente formati. Squadre – prosegue la dottoressa Marucco – che non avranno solo lo scopo di censire i lupi, ma anche quello importante di “mediare” con gli allevatori e i cittadini per fornire loro informazioni e strumenti di prevenzione per mettere adeguatamente al riparo i loro animali».
Radiotracciati i passaggi di Ligabue e Paolino
Qualcosa sui lupi ad Asti già si sa. Ligabue e Paolino, due lupi dotati di radiocollare, sono stati tracciati in transito nella nostra provincia, ma i branchi che attualmente hanno compiuto gli attacchi non sono ancora stati perimetrati.
E se per la comunità l’arrivo dei lupi sembra un fenomeno improvviso, chi li studia da anni lo aveva invece previsto, perchè rappresenta il culmine di un processo di spostamento dagli Appennini alle Alpi attraverso le Marittime e poi, una volta saturato di presenze l’ambiente montano, i lupi più giovani hanno cominciato a spostarsi verso le colline e le pianure.
Asti al centro di un’area di lupi in dispersione
La provincia di Asti si trova al centro di quest’area di espansione, terra di conquista per i lupi “in dispersione”: da nord in arrivo dalla collina torinese e dal Chivassese, a sud ovest dal Roero e a sud dall’Alessandrino. Per questo motivo, ha annunciato la dottoressa Marucco, la provincia di Asti sarà monitorata in ogni sua area, grazie alle squadre miste locali.
«Nessuno vuole l’abbattimento dei lupi»
«Sgombriamo subito il campo da equivoci – ha detto il vicepresidente Carosso – nessuno vuole reintrodurre l’abbattimento dei lupi. Però questa nuova convivenza va gestita e bisogna far di tutto per avere un approccio giusto agli istinti predatori di questo animale».