Un episodio che aveva sollevato molta indignazione perché da subito era emerso che alla radice del violento gesto ci fossero ragioni di sfondo razziale
Telecamere di videosorveglianza e il riconoscimento in foto della vittima, hanno stretto il cerchio intorno al presunto aggressore che qualche settimana fa ha colpito al viso con una scarica di pugni un richiedente asilo di origini gambiane a Santo Stefano Belbo.
Un episodio che aveva sollevato molta indignazione perché da subito era emerso che alla radice del violento gesto ci fossero ragioni di sfondo razziale.
Che sarebbero confermate. Straniero anche l’aggressore denunciato dai carabinieri di Santo Stefano Belbo: si tratta di un bracciante agricolo macedone di 40 anni residente a Canelli. Secondo l’accusa è stato il macedone l’uomo che, una domenica pomeriggio, in pieno centro di Santo Stefano, si è avventato contro il profugo africano che stava passeggiando a bordo di una bicicletta. I due, secondo gli accertamenti dei militari, non si conoscevano e non hanno mai avuto screzi in precedenza. Tutto sarebbe giustificato, dunque, da un astio nutrito dal macedone nei confronti dei richiedenti asilo che vivono nelle varie comunità di accoglienza o, come nel caso del gambiano, affidati a famiglie locali.
d.p.