Quattro persone in carcere, altre sei agli arresti domiciliari per reati di associazione a delinquere, truffa nei confronti di Enti Pubblici, riciclaggio, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. E’ il risultato di un’operazione condotta dai militari della Guardia di Finanza di Asti stamane hanno avviato l’esecuzione – insieme ai colleghi di Campania, Emilia Romagna, Lazio Lombardia, Puglia, Toscana, Trentino Alto Adige e Veneto che hanno eseguito una Ordinanza di custodia cautelare del Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Asti.
I primi passi delle investigazioni del Nucleo di Polizia Economico- finanziaria di Asti, sul corretto utilizzo dei crediti fiscali per “Bonus edilizi”, sono partiti da una segnalazione del Nucleo Speciale Entrate della Guardia di Finanza di Roma.
L’indagine scattata tra agosto e settembre 2022, con l’analisi di banche dati, indagini bancarie, intercettazioni telefoniche e sopralluoghi, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Asti, ha permesso di svelare la costituzione e cessione di ulteriori e più cospicui crediti di imposta sospettati di falsità.
Il prosieguo ha rivelato i tratti di una truffa, ordita da una compagine in parte radicata ad Asti e con proiezioni principali in Campania e Veneto, che vede coinvolte 37 persone e 68 tra ditte e società. Il sodalizio farebbe capo a 17 persone, cittadini albanesi e italiani, dediti alla commissione, nel periodo 2021 2022, di una serie di frodi, riciclaggio, auto-riciclaggio e reati tributari; partendo dall’emissione di false fatturazioni per decine di milioni di euro, utilizzate non solo per documentare al fisco lavori edili mai realizzati, ma anche per riciclare proventi dell’illecita attività.
Questa enorme quantità di crediti fiscali, per 1,5 miliardi, sarebbe stata generata solo sulla carta, innanzitutto grazie all’opera di un commercialista con studio al Vomero, Napoli, e a un suo stretto collaboratore, cittadino albanese, con studio a Schio (VI); utilizzando partite lva intestate perlopiù a prestanome, gli attori inserivano nei cassetti fiscali dell’Agenzia delle Entrate dati ritenuti non veritieri. Entrambi sono finiti in carcere, così come due imprenditori edili albanesi residenti ad Asti e a Mondragone.
Le indagini proseguono per esaminare la documentazione acquisita nel corso delle perquisizioni, tuttora in corso, e per ricostruire i passaggi di denaro relativi ai crediti d’imposta ritenuti inesistenti, già oggetto di cessione/monetizzazione, anche attivando i canali di cooperazione internazionale.
(foto Maria Grazia Billi)