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Medici e infermiere dell’Otorino dal Gip
Cronaca

Medici e infermiere dell’Otorino dal Gip

L’udienza arriva ad un anno e mezzo dall’operazione del Nas di Alessandria che, dopo una denuncia interna e l’installazione di videocamere nascoste, aveva portato alla scoperta di sospetti prelievi di materiale sanitario dagli ambulatori dell’Otorino

Inizio d’anno impegnativo per tre medici e due infermiere del Reparto Otorinolaringoiatria del Cardinal Massaia sotto inchiesta per sottrazione di materiale sanitario di proprietà dell’ospedale usato in un secondo momento in studi privati o comunque per scopi personali.

Il 30 gennaio, infatti, si terrà davanti al gip Dovesi l’udienza preliminare a carico del dottor Carmelo Faro, difeso dall’avvocato Lattanzio, del dottor Roberto Briatore difeso dagli avvocati Simone Briatore e Giulia Sattanino, del dottor Nicolò Roggero difeso dagli avvocati Marco Calosso e Lorenzo Lombardi e delle infermiere Stefana Testa assistita dagli avvocati Mirate e Leuzzi e Sabrina Baglieri difesa dall’avvocato Luigi Florio.

L’udienza arriva ad un anno e mezzo dall’operazione del Nas di Alessandria che, dopo una denuncia interna e l’installazione di videocamere nascoste, aveva portato alla scoperta di sospetti prelievi di materiale sanitario dagli ambulatori dell’Otorino. Un’operazione che aveva fatto molto scalpore e aveva diviso la città fra “colpevolisti” ed “innocentisti” vista la fama dei medici coinvolti. Rispetto all’inchiesta iniziale, esce di scena uno di loro, il dottor Costanzo, che fin da subito aveva ricoperto un ruolo molto marginale in tutta la vicenda.

Tre i profili di accuse delle quali devono rispondere medici e infermiere per i quali è stato richiesto il rinvio a giudizio. Un primo filone è quello che riguarda la sottrazione vera e propria di ferri chirurgici, svariati farmaci, siringhe, tubicini per aspiratori, guanti in lattice, teli, materiale monouso addebitata prevalentemente all’infermiera Stefana Testa. Nelle immagini si vede che, con un foglietto in mano, raccoglie tutto il materiale in una borsa che viene poi depositata nel suo armadietto e portata, a fine turno, fuori dall’ospedale.

La pubblica accusa, sostenuta dal pm Donatella Masia, contesta alla Testa di aver sottratto tutto questo materiale prevalentemente su commissione del dottor Faro che ne avrebbe fatto uso nel suo studio privato in piazza Primo Maggio dove l’infermiera ogni tanto prestava lavoro. Ad alcuni di questi episodi di sottrazione ha assistito anche l’altra infermiera imputata, la Baglieri. Lo stesso Faro è accusato in concorso per episodi che lo vedono in prima persona appropriarsi, seconod l’accusa, di materiale dell’ospedale per scopi privati.

Per il dottor Briatore l’accusa è di aver sottratto dei medicinali specifici per le patologie trattate nel reparto di Otorinolaringoiatria dagli armadietti degli ambulatori. In particolare le telecamere hanno captato la sua consegna di alcune scatole di farmaci a pazienti visitati senza regolare prenotazione (e dunque senza pagamento di relativo ticket, se dovuto). Ma le telecamere hanno restituito anche una immagine compromettente del dottor Briatore: il consumo di cocaina nel suo ambulatorio insieme ad un amico che, subito dopo, verrà da lui stesso sottoposto ad una visita alle cavità nasali.

Accusa ancora diversa, infine, per il dottor Roggero. Il giovane medico, infatti, scaduto il contratto a termine che lo aveva visto regolarmente al servizio del reparto, ha continuato a frequentare quegli ambulatori pur non avendone l’autorizzazione. In possesso di una copia di chiavi degli ambulatori, in orari serali, quando erano deserti, andava a svolgervi delle visite di suoi pazienti dai quali riceveva, in nero, il pagamento in contanti.

All’uso del tutto improprio degli ambulatori, si aggiunge l’accusa di aver anche “consumato” materiale sanitario e monouso dell’ospedale che prendeva dai cassetti e dagli armadietti durante le sue visite “clandestine”.

Daniela Peira

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