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Cronaca

Michele con barba e capelli lunghi
al processo per aggressione ai reporter

Un Michele Buoninconti molto diverso da quello cui ci avevano abituato le immagini del processo per l'omicidio alla moglie Elena Ceste, quello che questa mattina – martedì – si è presentato di

Un Michele Buoninconti molto diverso da quello cui ci avevano abituato le immagini del processo per l'omicidio alla moglie Elena Ceste, quello che questa mattina – martedì – si è presentato di nuovo al Tribunale di Asti. Barba molto lunga, come anche i capelli, visibilmente dimagrito, vestito con un paio di pantaloni scuri e una felpa chiara, è stato poco meno di mezz'ora in aula, il tempo necessario al suo avvocato, Enrico Scolari di Ivrea e alla controparte astigiana Pasquale Demetrio di concordare con il giudice Liuzzo un rinvio a marzo. Mentre giudice, pm ed avvocati concordavano il rinvio, Michele si è più volte girato verso l'area riservata al pubblico in cui si trovava l'amico Sandro Caruso con la moglie e altri costigliolesi, mandando piccoli cenni di saluto, ammiccamenti, qualche sorriso tirato.

L'accusa di cui deve rispondere, questa volta, è quella di lesioni aggravate in riferimento all'aggressione ad una troupe televisiva torinese che stava girando un servizio per Porta a Porta un anno fa, subito dopo il ritrovamento dei resti del corpo della moglie. Michele si era scagliato contro i giornalisti, ne aveva aggredito uno e aveva gettato la telecamera in un campo pieno di fango, rendendola inservibile. Per il danneggiamento alla telecamera vi è un processo parallelo pendente di fronte al giudice di pace mentre martedì si è trattato il reato di lesioni ai due operatori tv, presenti in aula. Subito hanno riferito di non intendere costituirsi parte civile: nonostante abbiano riportato delle ferite, soprattutto uno, al costato e alle mani, non hanno ritenuto di chiedere risarcimenti, visto che su Michele grava già una condanna a 3 milioni di euro di danni che il tribunale in primo grado ha inflitto ai suoi figli e alla famiglia di Elena.

Per la verità si sono detti anche incerti sull'opportunità di mantenere in piedi la querela ammettendo di essere pronti a valutare anche una remissione. Per lasciare un po' di tempo a questi ragionamenti e per un eventuale perfezionamento della remissione, il giudice Liuzzo ha concesso il rinvio. Lo stesso Liuzzo ha anche pesantemente ripreso una giornalista televisiva perchè sorpresa a riprendere immagini con il suo cellulare. Rispetto al processo per omicidio che si è tenuto a porte chiuse per la scelta del rito abbreviato, questo invece è aperto al pubblico, però non sono state autorizzate riprese video nè foto. Per questo il giudice ha chiesto ai carabinieri in servizio di vigilanza delle aule di verificare che quanto ripresa fosse cancellato dal telefonino.

Daniela Peira

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