Condannata ad otto anni la donna di Bra, Laura Davico, che in più occasioni ha aggiunto di nascosto ai cibi e alle bevande del marito polveri e pasticche non prescritte dai medici.
L’uomo era stato ricoverato in ospedale per una grave polmonite ed era stato curato sia a Bra che alle Molinette di Torino. Ma le cure non rispondevano come previsto e allora i medici hanno cominciato ad indagare più a fondo sulle sue condizioni ipotizzando anche un avvelenamento. Con contestuale allerta dei carabinieri del Nas di Alessandria.
Un’ipotesi che si è rivelata fondata, visto che dagli esami tossicologici è emerso che nel sangue dell’uomo era presente una molecola utilizzata per un noto topicida oltre ad un farmaco non tossico ma totalmente inadatto alle sue cure. Una telecamera nascosta nella stanza di degenza dell’uomo in ospedale, ha rivelato che la moglie aggiungeva polveri e pastiglie nel cibo e in un thermos del caffè. La donna è stata arrestata con l’accusa di tentato omicidio.
Ieri è arrivata la sentenza del tribunale di Asti. In abbreviato la donna, difesa dall’avvocato Roberto Ponzio, è stata condannata a otto anni dal gip Di Naro così come richiesto dal pm Paone.