Il decreto ministeriale che consentiva ai vigneti di Moscato del Comune di Asti di fregiarsi della docg nonostante non comparisse nell’elenco dei Comuni produttori, è illegittimo. A confermarlo è stata oggi una sentenza della Corte di Cassazione
Quel decreto ministeriale che consentiva ai vigneti di Moscato del Comune di Asti di fregiarsi della docg nonostante non comparisse nell’elenco dei Comuni produttori, è illegittimo. A confermarlo è stata oggi una sentenza della Corte di Cassazione chiamata a dire l’ultima parola su questa lunga e complessa vicenda, al termine di una serie di corsi e ricorsi a Tar e Consiglio di Stato.
A contrapporsi erano, da una parte, lo schieramento formato da Produttori Moscato d’Asti, Coldiretti, Associazione dei Comuni del Moscato, Associazione Muscatellum e, dall’altra l’azienda vinicola Castello del Poggio di Portacomaro Stazione facente parte del gruppo di Casa Zonin. Il grande produttore di vini veneto, dopo aver acquistato la tenuta da Bersano, aveva avviato le pratiche per far inserire anche il Comune di Asti nell’elenco di quelli titolati a fregiarsi della docg visto che dà il nome alla stessa. Dall’altra parte invece i produttori e le associazioni di categoria che hanno sempre ritenuto questo inserimento “diretto” non rispettoso del disciplinare.
Il Tar aveva dato ragione ai moscatisti ma contro queste sentenze, Casa Zonin aveva sempre fatto ricorso fino al Consiglio di Stato (che nell’agosto scorso aveva invece confermato le decisioni dei giudici amministrativi di primo grado) e, infine, si era rivolto alla Corte di Cassazione affinchè annullasse la decisione del Consiglio di Stato.
La Suprema Corte, a sezioni unite e con una motivata decisione, ha respinto anche questo ultimo ricorso della società del produttore vinicolo veneto.
In questa lunga battaglia, sottolinea in una nota stampa la Produttori Moscato, si registra «un grande assente, il Consorzio di tutela dell’Asti».
Soddisfazione per questa ultima e definitiva sentenza è stata espressa da Giovanni Satragno, presidente dell’Associazione Produttori Moscato d’Asti che ha intrapreso la lunga battaglia legale sulla docg: «L’intera vicenda giudiziaria ha confermato che l’estensione di una DOCG deve avvenire nel rispetto della normativa vigente, che garantisce la qualità del prodotto e che va rispettata nell’interesse dei consumatori e degli stessi produttori, di oggi e delle future generazioni».
Daniela Peira