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La Regione cancella la “nuova” Canelli-Nizza
Cronaca

La Regione cancella la “nuova” Canelli-Nizza

A causa di ristrettezze di bilancio e i tagli ai finanziamenti, l'ex statale 592 resterà un tratto tra i più pericolosi della provincia

La nuova strada Canelli-Nizza è destinata a rimanere un bel sogno nel cassetto. La Regione, infatti, ha cancellato l’opera, inserita appena tre anni e mezzo fa nel programma del “Polo infrastrutturale per lo sviluppo economico del Sud Astigiano”. E, a meno di ripensamenti che al momento non sembrano plausibili date le ristrettezze di bilancio e i tagli ai finanziamenti, l’ex statale 592 resterà per sempre un nastro d’asfalto tra i più pericolosi della provincia.

Storia lunga e travagliata quella dei dieci chilometri che collegano i due maggiori centri sella Valle Belbo. Teatro di incidenti, anche gravi tanto da meritarsi il fosco appellativo di “strada della morte”, era entrata nel mirino a partire dai primi Anni ’90. In una serata di settembre del 1991 l’allora gruppo canellese del Partito Comunista organizzò un’eclatante marcia che, partendo da Canelli, arrivò sino a Nizza. Un lungo serpente umano che attirò l’attenzione dei media nazionali mettendo sotto i riflettori la pericolosità del percorso. Erano gli anni in cui la Nizza-Canelli era percorsa giornalmente da centinaia di container, cisterne e autoarticolati diretti alle case spumantiere della Valle Belbo.

A dar corpo ad un primo, organico progetto di risistemazione del tratto fu il presidente della Provincia Roberto Marmo, canellese, che in prima persona aveva vissuto i disagi e le proteste. Idea anche faraonica, con una serie di ponti sopraelevati che dalla sponda sinistra del Belbo scavallavano su quella destra e viceversa. Iter procedurale difficile che, comunque, prese corpo nel 2006 con un’intesa Regione-Provincia. Sul piatto, ridimensionando le aspettative iniziali, vennero messi 3,5 milioni di euro, ridotti poi, ed era il 2011, a 2 milioni 344 mila euro. Tagliando, ancora, il progetto, con immancabili polemiche tra l’allora presidente Maria Teresa Armosino e le opposizioni in Consiglio provinciale. In programma c’era l’abbattimento di due punti nevralgici per la circolazione, altamente pericolosi, tra Canelli e Calamandrana. Adesso, neppure questi. Nel mezzo, un dilemma evidenziato più volte dalle varie forze politiche: perché Regione e Provincia non hanno mai firmato l’accordo di programma sull’opera? Salta, così, la “bretella” che, da via Nizza, avrebbe dirottato il traffico proveniente dall’alessandrino direttamente sulla dorsale di Cassinasco, saltando il centro abitato. Opera della quale non si parlava più da tempo.

Il sindaco Marco Gabusi è amareggiato, ma non sorpreso della decisione. «Ci avevano comunicato, già dal 2011, che l’unico intervento in programma sarebbero stati marciapiedi in regione Monforte. Adesso, dovremo provvedere con le nostre forze ma, con l’aria che tira, i tempi potrebbero allungarsi». Il sindaco, comunque, non si scoraggia e detta un percorso operativo. «Con la giunta – spiega – nei prossimi giorni faremo valutazioni attente sulle risorse disponibili per dare una priorità agli investimenti». Parole che potrebbero far pensare ad un’inversione di marcia, con l’inserimento di quest’opera tra le priorità.

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