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Nizza, dagli scavi in centrosalta fuori una palla di cannone
Cronaca

Nizza, dagli scavi in centro
salta fuori una palla di cannone

Prima o poi doveva succedere anche a Nizza. D’altra parte, scavare nel sottosuolo significa, in un certo senso, viaggiare nel tempo; vuol dire rimestare nel passato per portare alla luce i reperti

Prima o poi doveva succedere anche a Nizza. D’altra parte, scavare nel sottosuolo significa, in un certo senso, viaggiare nel tempo; vuol dire rimestare nel passato per portare alla luce i reperti sopravvissuti all’intensa attività dell’uomo. Lo sanno bene città come Acqui Terme e Torino, la cui Storia – con l’iniziale maiuscola – si trova letteralmente sotto i piedi, tanto che il terreno superficiale finisce per non essere altro che uno scrigno intento a celare, nelle profondità, un inestimabile patrimonio di testimonianze, pronte a sbucare fuori non appena nuovi lavori, figli invece del futuro come i tunnel della metropolitana, vengono messi in opera.

A Nizza, a emergere dagli scavi del teleriscaldamento in piazza Garibaldi mercoledì scorso è stata una palla di cannone. Immediato l’interessamento dell’archeologa Serena Panza, che si occupa di seguire i lavori, commissionati da Monferrato Energie, per una ditta privata e per conto della Soprintendenza ai Beni Culturali: l’eventualità di simili ritrovamenti, quando si scava in un centro storico, viene prevista in partenza. «Si tratta di un manufatto tra i 10 e i 15 kg di peso, una ventina di cm di diametro, presumibilmente di ferro – spiega la dottoressa Panza. – La datazione è in fase di studio, in base all’iter che sarà definito dalla Soprintendenza».

L’associazione immediata, infatti, è all’Assedio di Nizza del 1613, esattamente 400 anni fa come da anniversario appena celebrato. Nel caso, si tratterebbe di un bel “regalo” giusto in tempo per la ricorrenza; e l’accostamento alle tre palle di cannone conficcate nella casa di via Spalto Nord, ricordo tangibile proprio dell’evento storico, viene naturale. Peccato che quella provenienza non sia affatto scontata, come chiarisce l’archeologa: «L’abbiamo ritrovata in mezzo a macerie moderne, senza altri reperti ad aiutare la datazione».

Assedio o non Assedio? L’origine, mancando materiali organici per l’analisi al Carbonio-14, potrebbe rimanere per sempre un mistero. Nulla vieta, però, di sognare un po’. E magari, con una piccola licenza poetica, farne parte di un itinerario storico cittadino. All’estero, ci sono mete turistiche nate a partire da molto meno: crederci è parte del gioco.

f.g.

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