Cerca
Close this search box.
makka processo
Cronaca
Diritto allo studio

Nizza Monferrato: i giudici negano la scuola per Makka

Anche la Corte d’Assise di Alessandria presso la quale è cominciato il processo stamattina ha negato l’autorizzazione alle lezioni in presenza. La ragazza ci sperava molto

Prima udienza questa mattina, in Corte d’Assise di Alessandria con una prima decisione dei giudici togati e popolari che ha profondamente amareggiato la giovane imputata, Makka Sulaev, 18 anni, sotto processo per l’omicidio del padre avvenuto agli inizi di marzo durante l’ennesima violenta aggressione contro di lei e la madre.

Già il gip, qualche settimana fa, aveva negato la possibilità alla ragazza (attualmente ai domiciliari) di recarsi a scuola per frequentare in presenza.

L’istanza è stata ripresentata stamattina dal suo difensore, l’avvocato Sfolcini, che ha ricordato gli ottimi risultati scolastici della ragazza, il fatto che abbia studiato tutta l’estate per l’esame di ammissione alla quarta del liceo scientifico Pellati, passato con ottimi voti.

Ma, nonostante la stessa scuola abbia espresso parere favorevole e abbia sostenuto che non ci sono controindicazioni affinchè Makka rientri in classe con i suoi compagni, prima il gip e oggi anche la Corte d’Assise non le danno la possibilità di farlo. Troppo grave l’accusa (contestata anche la premeditazione) e troppo deboli gli strumenti di controllo della sua presenza (che si ridurrebbe al braccialetto elettronico) oltre al timore di altre condotte violente dovute a condizioni di stress.

Rimane autorizzata a frequentare in Dad, ma la sua classe non ha fisicamente a disposizione la lavagna digitale per consentirla e intanto si accumulano le ore di assenza con il rischio di doversi di nuovo ritirare, come l’anno scorso, ma questa volta senza possibilità di poter recuperare le lezioni studiando da sola o con una sola rete di professori che le dedicano qualche ora alla settimana.

Evidentissima la delusione della ragazza, profondamente legata allo studio.

Mentre il suo avvocato perorava il suo diritto allo studio, i segni che mandava il suo corpo erano evidenti: si è illuminata, ha alzato la testa, ha giunto le mani speranzosa di tornare sui banchi di scuola con i compagni. Per questo la decisione ha avuto il potere di spegnere il suo parlume di speranza.

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.

Edizione digitale