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Cronaca

I lupi attaccano e uccidono 9 pecore del gregge usato come “tosaerba” in vigna

E’ accaduto l’altra notte al pastore le cui pecore sono molto richieste per brucare, concimare e tenere lontani caprioli e cinghiali

A qualche decina di chilometri da Nizza Monferrato

Potrebbe non essere solo una coppia di lupi ma un intero branco, probabilmente formato dai cuccioli nati nell’inverno. E’ quello che sta girando nel territorio a cavallo fra il Nicese e l’Alessandrino dove, a Predosa, è stato denunciato la notte scorsa un violentissimo attacco da parte dei lupi che hanno ucciso 9 pecore e ne hanno ferite gravemente altre 3.

Predosa è ad una quarantina di chilometri da Nizza, ma per un branco di lupi che non conosce  confini amministrativi, si tratta di un tratto molto breve, visto che sono in grado di presidiare zone di decine e decine di chilometri quadrati.

Pastore notissimo nel Sud Astigiano

A contare le sue pecore morte è un pastore molto conosciuto anche nella zona di Agliano e Nizza Monferrato, dove trascorre, da quattro anni a questa parte, autunno e inverno. Si chiama, ironia della sorte, Luca Pastore, è di origine bergamasca ma vive da anni a Predosa. E’ proprietario di più greggi e in questo momento la maggior parte delle sue bestiole sono in montagna, ma anche a casa ne ha poco meno di un migliaio, divise in piccoli gruppi che presidiano diversi pascoli.

Una delle pecore attaccate dai lupi

L’attacco nel posto più sicuro

L’attacco è avvenuto nel posto più sicuro: casa sua.

«Ancora non abbiamo capito come abbiano potuto arrivare così vicini a noi – racconta lo stesso Pastore – sono arrivati dal bosco che ci circonda, hanno superato i recinti elettrificati e poi sono riusciti, spingendo, ad aprirsi i cancelli dei box delle stalle in cui tenevamo una parte delle pecore. Sono fuggite, ma sono state inseguite in un gioco al massacro che  abbiamo scoperto al mattino. Dalle dimensioni dei tipici morsi sul collo abbiamo capito, insieme ai veterinari dell’Asl subito avvertiti, che si trattava di lupi adulti e lupi cuccioli, per questo si pensa ad un branco».

E la paura adesso è tanta per tutti gli altri piccoli greggi che Pastore ha nella zona intorno a casa.

La notizia dell’attacco di lupi ha fatto molto scalpore nel Nicese per un duplice motivo: il primo è la relativa vicinanza fra i due territori e l’altro è la notorietà di Pastore nel sud della nostra provincia.

Uno spostamento del gregge di Pastore

Le pecore richieste per pulire i filari

Perché lui e le sue pecore si sono ritagliate un ruolo molto richiesto dagli agricoltori e dai viticoltori della zona: quello di “tosaerba” in carne ed ossa con annessa concimazione del tutto naturale.

«All’inizio era solo qualcuno più “coraggioso” a chiamarmi per portare al pascolo le mie pecore fra i filari delle vigne – racconta Pastore – poi, una volta visti i benefici di questa pratica del tutto naturale, le richieste sono aumentate al punto che non so dove andare prima».

L’odore della loro lana tiene lontani cinghiali e caprioli

Le pecore non toccano le viti ma si limitano a brucare l’erba che cresce fra un filare e l’altro e i loro escrementi rappresentano un concime naturale di ottima qualità. Ma c’è un’altra incredibile proprietà delle pecore che le rende molto richieste dagli agricoltori: «La lana delle pecore ha una componente oleosa impercettibile per il naso umano – spiega Pastore – ma molto potente per i selvatici come caprioli e cinghiali che se ne tengono alla larga. Un repellente naturale per animali che fanno enormi danni».

Ora sono più richieste di una star

Dalle vigne le richieste sono passate ai noccioleti, ai frutteti, ai pioppeti, addirittura alle tartufaie. «E in autunno portiamo al pascolo le capre, ottime “pulitrici” del terreno in vista del riposo invernale. Quest’anno poi, con il fermo da Covid ma tante piogge primaverili – prosegue Pastore – le mie pecore hanno rasato una quantità impressionante di terreni. Io sono contento perché ho posti in cui farle pascolare, i proprietari sono contenti perché risparmiano il lavoro di taglio dell’erba e si ritrovano un terreno concimato alla perfezione. Il tutto nel reciproco rispetto e dietro il consenso di tutti».

 

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