C’è un’ipotesi più di altre che si fa strada per spiegare l’aggressione mortale di una ragazza appena diciottenne nei confronti del padre.
Ed è quella (non ancora confermata) dell’intervento a difesa della madre nel corso di una violenta lite fra i genitori. Una voce insistente che sta circolando e che darebbe anche un senso ad uno scatto inspiegabile in una ragazza conosciuta da tutti come molto responsabile, studiosa e lavoratrice. Makka Sulayev è una ragazza che, essendo la maggiore, si occupava anche all’occorrenza di badare ai tre fratelli più piccoli; una ragazza che studiava con profitto alle superiori; una ragazza che per non pesare sulla famiglia, nelle ore libere dallo studio faceva la cameriera in un ristorante cittadino.
Non ci sarebbero agli atti precedenti segnalazioni di litigi violenti in famiglia, ma ieri in quella casa è successo qualcosa di molto grave. Ancor prima dell’omicidio.
La ragazza, all’arrivo dei carabinieri e dei soccorritori che hanno provato a salvare il padre, Akhyad colpito da una coltellata all’addome, ha subito ammesso la sua responsabilità ed è apparsa molto spaventata e provata dall’accaduto.
Non è stata portata nè in carcere, nè in caserma e nè in Procura ma attualmente si trova in un luogo protetto con carabinieri e psicologi. E anche questo avvalora l’ipotesi che si sia trovata in mezzo ad una situazione di violenza domestica.