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Cronaca
Corte d’Assise

Nizza Monferrato, Makka torna a casa dalla madre e i fratelli

I giudici consentono lo spostamento del luogo in cui sta scontando la custodia cautelare.

Una decisione molto attesa in cui Makka e la sua famiglia hanno sperato tanto. E la risposta che si aspettavano è arrivata proprio oggi, quando all’avvocato Massimiliano Sfolcini è arrivata la notifica dell’autorizzazione al cambio del luogo in cui la ragazza potrà scontare gli arresti domiciliari. Non più a casa della dottoressa Balestrino (che si era immediatamente prestata per dare un’abitazione a Nizza all’uscita dalla comunità e dove Makka si è trovata molto bene) ma nell’appartamento in cui vivono la madre e i fratelli. Un ritorno a casa che la ragazza desiderava tanto per trovare nuova forza per affrontare il processo in Corte d’Assise che si sta celebrando ad Alessandria.

Makka, lo ricordiamo, ad inizio marzo dell’anno scorso ha accoltellato il padre al culmine di una violenta lite in famiglia. Lite, a sua volta, scoppiata dopo una giornata di forti tensioni che arrivava dopo anni di maltrattamenti in famiglia nei confronti principalmente della moglie e poi anche di Makka.

La ragazza, 19 anni, si trova ai domiciliari da quella sera e non le è stato consentito di continuare a frequentare il liceo, almeno per quell’anno scolastico in corso.

All’udienza che si è tenuta ieri, il suo difensore ha avanzato la domanda per far rientrare Makka a casa con la sua famiglia, in quello stesso alloggio in cui avvenne l’omicidio che è stato nel frattempo dissequestrato, ripulito, risistemato e riarredato per ospitare nuovamente la famiglia Sulaev.

Ci vorrà qualche giorno per lo spostamento effettivo, per mettere a punto le questioni tecniche e logistiche della sorveglianza, ma è questione di poco.

L’udienza di giovedì scorso ha visto un solo testimone,  un collega di lavoro del ristorante  “Signora in Rosso”  presso il quale lavorava la madre di Makka. L’uomo ha confermato la lite del 1 marzo tra Natalia e il  marito sul luogo di lavoro e  ha confermato la forte  preoccupazione della donna  per la situazione che si stava creando a causa della nota violenza del marito. Il collega ha detto che era letteralmente disperata, quando ha lasciato il ristorante per fare ritorno a casa. Di lì a qualche ora sarebbe avvenuto l’omicidio.

La Corte d’Assise ha poi conferito l’incarico al perito nominato dal tribunale per la relazione psichiatrica sulle capacità di intendere e di volere di Makka al momento del fatto.

Particolarmente importante sarà la prossima udienza, quella in calendario per il 20 febbraio quando in aula parleranno la madre di Makka, sua sorella maggiore e una insegnante che si trovava in casa al momento dell’omicidio per aiutare i fratellini più piccoli nei compiti. Sono testimoni diretti dell’atmosfera che regnava in casa poco prima del gesto della ragazza. A giorni dovrebbe essere consegnata la trascrizione del perito incaricato dalla Corte d’Assise prima di Natale sui messaggi in russo che  Akhyad mandò quel giorno alla moglie in un crescendo di ira e violenza e sugli audio che vennero registrati con i diversi telefonini presenti in casa durante le fasi concitate che precedettero l’omicidio.

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