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Cronaca

Antonio era un operaio esperto,
nessuno si spiega l'incidente di Ferrere

«Un gran lavoratore, una persona attenta e cordiale con tutti». «Un tipo allegro e solare e un appassionato di moto e motori». Così amici, colleghi e conoscenti ricordano Antonio Marchica,

«Un gran lavoratore, una persona attenta e cordiale con tutti». «Un tipo allegro e solare e un appassionato di moto e motori». Così amici, colleghi e conoscenti ricordano Antonio Marchica, scomparso troppo presto mentre faceva il suo dovere. Non erano ancora le 23 di venerdì, Antonio aveva da poco iniziato il turno di notte alla O-Cava di Ferrere, con 300 dipendenti, la più grande fonderia dell’Astigiano nonché azienda specializzata nella produzione di cerchioni per mezzi pesanti, quando è rimasto schiacciato da una pressa.

Allertati dai colleghi, sono subito giunti sul posto i medici del 118, i vigili del fuoco di Asti e i carabinieri della stazione di Villanova. Purtroppo però, non c’è stato nulla da fare. A soli 53 anni, Antonio, siciliano, originario di Porto Empedocle, ma da diverso tempo trasferitosi con la famiglia a San Damiano, lascia la moglie e due figli. «Una bella famiglia», ricorda il parroco di San Damiano Don Antonio, il cui pensiero va subito ai figli: una ragazza, studentessa liceale, e un ragazzo, residente a Ferrere e impiegato nella stessa azienda del padre come interinale. «Era un operaio esperto, oltre che un caro amico – lo ricorda Claudio Chierchiello della Fiom-Cgil – lavorava alla O/Cava da vent’anni, 17 dei quali trascorsi come colleghi, fianco a fianco nello stesso reparto. Non mi spiego come possa essere accaduto».

La magistratura sta indagando sulla dinamica dell’incidente. Allo stesso tempo sono in corso i controlli da parte dello Spresal, l’ente preposto al servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro. «Finché non saranno terminati tutti gli accertamenti del caso, non si può sapere cosa sia avvenuto: se si sia trattato di un guasto, di una mancata ottemperanza alle norme di sicurezza o di un fatale errore umano», dichiara Giuseppe Morabito, della Fiom-Cgil di Asti, accorso sul posto subito dopo l’incidente. Nel frattempo la magistratura ha posto sotto sequestro il macchinario al quale Antonio stava lavorando poco prima della tragedia.

Sabato i cancelli della fonderia di via Torino sono rimasti chiusi per lutto, in segno di rispetto per la vittima e i suoi familiari. Nel frattempo, in attesa del nulla osta per la celebrazione dei funerali, domenica, il sindaco di Ferrere Silvio Tealdi e tutta l’amministrazione comunale hanno voluto esprimere la loro vicinanza alla famiglia Marchica con una giornata di lutto cittadino, con bandiere a mezz’asta e un minuto di silenzio e raccoglimento durante la messa nella parrocchiale. Espressioni di cordoglio sono giunte anche dall’amministrazione comunale di San Damiano e dal primo cittadino Mauro Caliendo. La O-Cava meccanica riprenderà l’attività lavorativa oggi, mercoledì.

Marzia Barosso

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