Mario Bonturi, 64 anni, il nicese che ha confessato di aver ucciso a colpi di martello l’orafo Luciano Amoretti esattamente un anno fa in un alloggio di Sanremo, non potrà godere dello sconto pena previsto per la scelta del rito abbreviato.
E questo perchè il gup di Imperia, Massimiliano Botti, ha respinto l’istanza di rito abbreviato presentata dall’avvocato astigiano Gianluca Bona che difende Bonturi.
Formalmente il capo di imputazione, così come è formulato, lo consentirebbe, ma il gup, letti gli atti, ha ritenuto che, anche se non contestata, esista un’aggravante “fattuale” che non consente di accedere al rito alternativo e ha rinviato Bonturi davanti alla Corte d’Assise di Imperia con prima udienza il 22 ottobre.

L’aggravante è quella relativa al fatto che l’omicidio sarebbe avvenuto a scopo di rapina e questo, secondo legge, non consente di accedere al rito abbreviato.
L’imputato, Bonturi, era videocollegato dal carcere di Alessandria e ha assistito alla discussione fra il suo difensore e il gup prendendo atto che finirà a giudizio davanti ad una corte composta da giudici togati e giudici popolari.
In un recente interrogatorio aveva dato la sua spiegazione a quel gesto costato la vita ad Amoretti: gli aveva affidato alcuni gioielli da “impegnare” ed era tornato a riprenderseli ma ne era nata una discussione e il nicese, in preda alla rabbia, aveva afferrato un martello che sostiene di aver trovato in casa della vittima e con quello l’aveva ucciso.
Poi si era allontanato, aveva recuperato l’amico che lo aveva accompagnato (ma che era ignaro dell’accaduto, tanto che la sua posizione è stata archiviata) ed aveva fatto ritorno a Nizza dove si era disfatto, gettandoli sulle rive del Belbo, sia del telefono cellulare che del martello usato per l’omicidio.
(Foto gentilmente concesse da primalariviera.it)