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Cronaca

Omicidio Bacco: tutti condannati a 30 anni

Piccolo “sconto” rispetto all’ergastolo chiesto dal pm Deodato. Disposto un acconto di risarcimento danni da 300 mila euro

La sentenza pochi minuti fa

E’ di pochi minuti fa la sentenza del gip Belli sul processo che si è tenuto in rito abbreviato relativo alla morte di Manuel Bacco, il tabaccaio freddato esattamente cinque anni fa nel suo negozio di corso Alba da un rapinatore.

Tutti e cinque gli imputati sono stati condannati a 30 anni di reclusione. Rispetto all’ergastolo chiesto dal pm Deodato, l’unico “sconto” concesso è quello riferito all’assoluzione di tutti del reato di tentato omicidio di Cinzia Riccio, la moglie di Bacco, presente con lui quella tragica sera in tabaccheria.

Manuel Bacco, la vittima

Alla lettura della sentenza che è avvenuta dopo due ore di camera di consiglio, erano presenti Antonio e Domenico Guastalegname, padre e figlio, Giuseppe Piccolo e Jacopo Chiesi, il più giovane di tutti ritenuto l’autore materiale dello sparo mortale. Il quinto imputato, Fabio Fernicola, invece, non ha retto alla tensione e ha preferito fare rientro al carcere di Aosta, dove è detenuto, prima della lettura della sentenza, lasciando al suo difensore, l’avvocato Gambino, l’incarico di raccogliere la decisione del gip Belli.

Presente invece Cinzia Bacco, costituitasi parte civile, che non aveva mai perso un’udienza. In sentenza vi è il risarcimento danni a suo favore da liquidarsi in sede civile ma il Gip ha comunque disposto una provvisionale di 60 mila euro per ciascun imputato, per un totale di 300 mila euro.

Per tutti, fra le pene accessorie, la decadenza della potestà genitoriale.

Ultime dichiarazioni degli imputati

Nella lunga udienza di oggi, prima che il gip si ritirasse in camera di consiglio, hanno ancora fatto dichiarazioni spontanee Piccolo, che aveva già ammesso di aver partecipato alla rapina nel ruolo di “palo” e oggi ha specificato che poi si è allontanato a bordo della Fiat 500, non della Panda come indicato in accusa. Anche Antonio Guastalegname ha di nuovo preso la parola ribadendo, ancora una volta, che suo figlio e Jacopo non c’entravano nulla in questa vicenda.

Le motivazioni fra 90 giorni.

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