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Cronaca
Processo a Torino

Omicidio Di Gianni: in appello la difesa punta a pista alternativa

Gli avvocati chiedono di indagare nel mondo dei locali notturni. Sentenza a fine settembre

Un’arringa difensiva che punta a proporre una pista alternativa a quella seguita dalla Procura di Asti che ha portato ad individuare nei cugini Ferdinando Catarisano e Ivan Commisso i responsabili dell’omicidio di Luigi Di Gianni per i quali sono già stati condannati a 19 anni di reclusione in primo grado dal tribunale di Asti.
E’ quella che l’avvocato Mirate, difensore di Catarisano, e di Maurizio Toppino, difensore di Commisso, hanno portato al cospetto della Corte d’Assise d’Appello di Torino, presieduta dal giudice Pasi, per convincere i giudici dell’estraneità del suo assistito.
Secondo la difesa i due imputati non si possono condannare sulla base esclusiva di una serie di indizi ma senza prove.
Hanno sottolineato come la moglie della vittima, che aveva visto fuggire lo sparatore dopo i colpi esplosi contro Di Gianni, lo avesse descritto con fattezze antropometriche e abbigliamento di cui non si è mai trovata corrispondenza con Commisso, ritenuto l’autore materiale dell’omicidio.
«Il resto sono solo indizi, dalle frasi intercettate in auto in un dialetto stretto già al centro di un vivace confronto fra traduttori al racconto del barista che ha captato qualcosa della discussione che era avvenuta fra Di Gianni e Catarisano qualche tempo prima dell’omicidio. A nostro parere del tutto insufficienti per confermare la pena così come chiesto dal procuratore generale» ha dichiarato l’avvocato Mirate.
Per questo motivo i difensori hanno portato i giudici a considerare una spiegazione alternativa, con un movente che affonda nel mondo dei night club del quale Di Gianni faceva parte da molti anni.
Il processo è stato rinviato al 30 settembre per repliche e sentenza.

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