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Cronaca

Omicidio Di Gianni, si chiede la perizia
sulle telefonate in calabrese

La decisione a Roma sull'arresto dei due cugini accusati di aver ucciso Luigi Di Gianni si incrocia con l'udienza preliminare aperta davanti al gip del tribunale di Asti che dovrà decidere se

La decisione a Roma sull'arresto dei due cugini accusati di aver ucciso Luigi Di Gianni si incrocia con l'udienza preliminare aperta davanti al gip del tribunale di Asti che dovrà decidere se mandarli a processo oppure no per quello stesso reato. Nulla di deciso venerdì in Corte di Cassazione dove era fissata l'udienza per la carcerazione di Ferdinando Catarisano e Ivan Commisso, astigiani, per l'omicidio di "Gino di Foggia" ad Isola nel gennaio di tre anni fa. Dopo un anno e mezzo di indagini dei carabinieri, la Procura aveva raccolto elementi ed indizi a loro carico e ne aveva chiesto l'arresto. Per due volte il gip di Asti l'aveva respinto non ritenendo sufficienti gli argomenti portati dagli inquirenti. A quel punto la Procura aveva fatto ricorso in Appello, sempre per ottenere l'arresto e i giudici torinesi le avevano dato ragione. Furono i legali dei due indagati allora ad opporsi chiedendo che sulla questione si pronunciasse la Corte di Cassazione.

Così il caso è finito a Roma e venerdì era fissata l'udienza. Ma il mancato avviso di essa all'avvocato Mirate, uno dei difensori insieme agli avvocati Vittorio Gatti e Lorenzo Repetti, ne ha comportato il rinvio a nuovo ruolo in data ancora da fissare. Nel far presente l'eccezione, l'avvocato Mirate ha anche rappresentato l'opportunità di fissare la nuova udienza in Cassazione in una data in cui sia già disponibile la trascrizione delle intercettazioni telefoniche che ha chiesto, insieme ai colleghi difensori, nell'udienza preliminare che si è tenuta ieri, davanti al gip di Asti, che deve invece decidere se mandare i due a processo. Le trascrizioni sono un aspetto molto importante dell'indagine, perchè proprio su una di essa si basano i principali pilastri dell'accusa.

Le intercettazioni che sono state effettuate dai carabinieri, restituiscono colloqui in dialetto calabrese stretto, spesso in condizioni "foniche" non perfette e con rumori di fondo che confondono le conversazioni. Per questo motivo gli avvocati di Catarisano e Commisso chiedono che a riportare su carta quanto viene detto nelle intercettazioni sia un perito incaricato dal gip perché secondo il consulente della difesa, invece, le frasi utilizzate dall'accusa sarebbero tutt'altro che nitide e, nella sua "traduzione" dal dialetto avrebbero un significato totalmente diverso da quello interpretato dagli inquirenti e dai giudici di Appello che avevano ritenuto fondata la richiesta di carcerazione. Se il gip accetterà la richiesta della difesa, l'udienza si aggiornerà non prima di due mesi per dare il tempo al perito di svolgere il suo incarico.

Daniela Peira

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