Proprio quattro mesi fa lomicidio del gestore di locali notturni. Le indagini, coordinate dal procuratore capo Giorgio Vitari e seguite dai carabinieri, si sono rivelate molto difficili fin da subito. Attesa per tabulati e riscontri bancari. Il proprietario del fucile, individuato tramite una perizia, è poi risultato estraneo al delitto…
Esattamente quattro mesi fa, la fredda notte di Isola veniva sconvolta da tre spari in strada che sono costati la vita a Luigi Gino Di Gianni, 53 anni, socio del locale notturno Odeon Privè di Strevi. Un agguato in piena regola, da parte di qualcuno che deve aver seguito per diversi giorni le abitudini e gli orari non proprio comuni delluomo che è spirato sotto gli occhi della moglie, affacciatasi alla finestra dopo aver sentito gli spari. Di Gianni stava andando a prendere lauto per recarsi a Strevi quando ha visto luomo che lo stava aspettando nella stradina che da corso Volpini porta al campo sportivo. Ha messo alcune borse nel bagagliaio e poi gli sono arrivati i primi due colpi di fucile; ha tentato di fuggire verso casa, ma è stato raggiunto dal terzo colpo, quello mortale.
Le indagini, coordinate dal procuratore capo Giorgio Vitari e seguite dai carabinieri, si sono rivelate molto difficili fin da subito. Intanto perchè lunica testimone oculare dellaccaduto (e per la parte finale dellagguato) è la moglie che però era sconvolta da quello che stava vedendo e si trovava al secondo piano della palazzina, quindi con visuale non ideale. Ma le difficoltà maggiori arrivano dalle frequentazioni di Di Gianni, da scandagliare in un mondo torbido e sfuggente come quello dei locali notturni di mezzo Piemonte che hanno aperto numerose piste investigative. Il fucile, abbandonato in una stradina vicina a quella dellomicidio, non ha dato risposte utili: la perizia ha consentito di risalire al suo proprietario che però è risultato del tutto estraneo.
Poche settimane dopo lomicidio è stato iscritto nel registro degli indagati un uomo di Isola che aveva intrattenuto rapporti daffari con la vittima, ma la sua posizione, per ora, non è così compromessa da pensare ad una soluzione del caso. Sono state fatte diverse richieste di tabulati telefonici alle varie compagnie telefoniche e anche le movimentazioni bancarie della vittima e delle persone a lui vicine sono state messe sotto analisi, ma lunghe sono le procedure di ottenimento di queste documentazioni. Quattro mesi raffreddano qualsiasi pista e le indagini proseguono su sentieri di analisi e di incrocio dei dati, delle testimonianze, dei tabulati, delle dichiarazioni, delle presenze rilevate da celle telefoniche e altri strumenti di rilevamento.