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Cronaca
Corte d’Assise d’Appello

Omicidio di Piovà, tutto rinviato di una settimana perchè la Corte vuole sentire l’imputato

Lo strano caso dell’operaio che ha confessato di aver soffocato la madre a tre anni di distanza dal fatto e che è stato assolto in primo grado

Un caso strano anche per la Corte d’Assise d’Appello di Torino che di processi ne vede tantissimi.

E’ quello che vede come imputato Gianni Ghiotti, l’operaio di Piovà Massaia che, tre anni dopo il fatto, confessò di aver soffocato nel sonno la madre ultranovantenne molto malata e sofferente.

Ad Asti, in primo grado, aveva scelto il rito abbreviato e il Gup Belli aveva deciso per l’assoluzione in quanto non credette alla sua confessione e non ritenne che i riscontri trovati a suo sostegno fossero sufficienti per una condanna. Perchè la confessione, da sola, non basta.

Per la Procura invece i riscontri erano più che robusti per portare ad una condanna dell’operaio, seppur con tutte le attenuanti individuate dopo aver studiato il caso e la situazione della famiglia e, soprattutto, la sua devozione alla madre che ha accudito per anni.

Il processo è approdato in Corte d’Assise d’Appello di Torino dove per ieri si attendeva la sentenza di secondo grado, ma il presidente ha fatto espressa richiesta all’avvocato difensore, Marco Dapino, di voler sentire l’imputato, ieri assente in aula.

Tutto è stato rinviato a mercoledì prossimo.

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