Cerca
Close this search box.
Il martello trovato sulle sponde del Belbo su indicazione dello stesso Bonturi
Cronaca

Omicidio di Sanremo: i nomi dei due arrestati astigiani

Arrestati ad appena 24 ore dal delitto. Uno dei due confessa e fa ritrovare l’arma del delitto sulle sponde del Belbo

Entrambi in carcere

Sono Mario Bonturi, 63 anni e Giuseppe Diotti di 50 i due uomini di Nizza che da ieri mattina sono in carcere con la grave accusa di omicidio in concorso.
La vittima è Luciano Amoretti, 75 anni, ex gioielliere e commerciante di orologi di Sanremo, trovato senza vita dalla figlia nella sua abitazione di corso Garibaldi del noto centro della Riviera ligure.
Soluzione lampo, dunque, per la Squadra Mobile di Imperia che, insieme al commissariato di Sanremo e ai colleghi della Mobile di Asti sotto il coordinamento del procuratore Alberto Lari (già giudice ad Asti)  sono arrivati ad identificare Bonturi come l’autore materiale dell’efferato delitto.

Il ruolo delle telecamere

A lui sono arrivati grazie alle telecamere di sorveglianza private e pubblica di Sanremo che hanno seguito e immortalato prima l’arrivo di Bonturi con Amoretti nella casa di quest’ultimo e poi l’uscita del nicese qualche tempo dopo.
Bonturi, appena è stato raggiunto dai poliziotti ha confessato tutto e ha anche indicato dove avrebbero potuto trovare l’arma del delitto.

Ucciso a colpi di martello

Che, inizialmente, era stata individuata in un pesante vaso scagliato sul capo della vittima ma Bonturi ha rivelato che invece aveva utilizzato un pesante martello, tipo una mazzetta da muratore. E ha detto di averla poi gettata sulle sponde del Belbo, al suo ritorno a Nizza, in un tratto vicino al “ponte Gobbo”.

Anche un noto “cardarolo” nella ricerca dell’arma

Ed è così che ieri mattina, di buonora, un drappello di poliziotti, Vigili del Fuoco insieme ad alcuni esperti di ricerche amatoriali con il metal detector (fra essi Vittorio Quaglia, noto “cardarolo” di Incisa) si sono recati sulle rive del fiume e nel giro di un’ora hanno recuperato sia il martello (nella foto di copertina) che i resti di un telefono cellulare appartenuto ad Amoretti.
Bonturi, difeso dall’avvocato Sonia Glorio di Imperia, è stato arrestato con l’accusa di omicidio insieme all’amico Diotti, difeso dall’avvocato Aldo Mirate.

Luciano Amoretti

Più sfumato il ruolo dell’amico

Sembra fin da ora più sfumato il coinvolgimento di Diotti. Secondo le dichiarazioni di Bonturi già in parte avvalorate dalle preziose riprese di videosorveglianza, Diottti avrebbe accompagnato in treno il Bonturi fino a Sanremo, poi lo avrebbe aspettato e avrebbero fatto rientro a casa insieme. Tutto da capire ancora, dunque, il suo ruolo nella vicenda.

Sempre secondo le prime indiscrezioni, sarebbe stato lo stesso Amoretti ad andare a prendere Bonturi alla stazione con la sua auto e ad averlo portato in casa sua.

Questioni di denaro

Le ragioni del loro incontro andrebbero cercate in rapporti d’affari, pregressi o attuali che fossero.
Entrambi erano molto ben inseriti nel mondo dei commercianti di oro e orologi e potrebbe essere un debito o uno “sgarbo” negli affari ad aver acceso la lite a casa di Amoretti al termine della quale Bonturi gli ha sferrato i colpi di martello alla testa.

Domani l’autopsia

Sembra che siano stati almeno due quelli così forti da aver provocato la morte per grave trauma cranico ma sarà l’autopsia affidata al dottor Andrea Leoncini, fissata per mercoledì mattina, a dare risposte più precise.
Intanto i due arrestati sono stati portati in carcere e nei prossimi giorni saranno sottoposti ad interrogatorio alla presenza dei loro legali.

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Edizione digitale