Un'indagine difficile e tutta in salita quella che gli investigatori devono affrontare per arrivare a dare un nome all'assassino di Maria Luisa Fassi, ferita a morte da 45 coltellate sferrate
Un'indagine difficile e tutta in salita quella che gli investigatori devono affrontare per arrivare a dare un nome all'assassino di Maria Luisa Fassi, ferita a morte da 45 coltellate sferrate con una violenza inaudita nella sua tabaccheria di corso Volta 17 giorni fa. La squadra di carabinieri sotto il comando del tenente Giampaolo Canu e la guida del sostituto procuratore Luciano Tarditi, ha tenuto prima del week end un summit in cui sono stati messi sul tavolo tutti gli elementi raccolti finora per decidere quali direzioni prediligere nello sviluppo delle indagini. Con qualche attesa delusa sulle risultanze degli esami scientifici che stanno producendo i primi esiti comunicati agli inquirenti.
Intanto quelli sul sangue, copioso, rilevato nella tabaccheria all'arrivo dei carabinieri. Conferme ufficiali non ne sono arrivate, ma da fonti accreditate, tutti i campioni prelevati apparterebbero alla vittima. Questo non aiuta il lavoro degli investigatori che speravano di trovare tracce ematiche diverse, magari appartenenti proprio al killer che, nella furia omicida con un coltello da cucina di grosse dimensioni, si fosse ferito lasciando così sia un segno della sua presenza nella tabaccheria, sia una ferita e dunque un segno di riconoscimento sul suo corpo dopo un'eventuale identificazione. Archiviata questa speranza, molta fiducia viene riposta nella risposta che si attende da quanto raccolto sotto le unghie della malcapitata.
L'analisi delle ferite da taglio che ha riportato, hanno evidenziato senza dubbi che si è difesa fino all'ultimo per sottrarsi al suo aggressore. Molto probabile, dunque, che sotto le unghie delle mani sia rimasta qualche traccia di pelle o di peli dell'assassino. Gli esperti del Ris di Parma stanno conducendo l'isolamento del Dna di quanto recuperato sperando che via del "materiale organico" utile ad una successiva identificazione. Pur attendendo i responsi scientifici, non si fermano gli altri canali di investigazione che si basano sulla ricostruzione di tutti i movimenti e sulle testimonianze raccolte nell'immediatezza del fatto e quelle rese nei giorni successivi. E' stata scandagliata la vita della donna e della sua famiglia non rilevando alcuna ragione di un odio così pronunciato nei suoi confronti. Riaprendo anche piste che, in un primo momento, sembravano improbabili.
Daniela Peira