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Cronaca

Orecchini in cambio del sì all’appalto sulle forniture di chemioterapia

Emergono i dettagli degli arresti di stamattina della Guardia di Finanza di Torino per una gara che ha riguardato anche l’ospedale di Asti

Gli acquisti a Valenza

Hanno fatto più telefonate e mandato più messaggi su whatsapp per scegliere gli orecchini da regalare alla componente della commissione aggiudicatrice per imbonirla che per discutere delle caratteristiche tecniche del materiale per il quale era stata bandita la gara.
Emerge dagli atti di indagine della Guardia di Finanza di Torino che questa mattina ha compiuto 15 arresti per una serie di appalti pilotati per la fornitura di attrezzature e materiale di consumo ospedaliero.
Una vicenda che è partita da Torino (la Procura interessata, infatti, è quella del capoluogo) che però, nel suo sviluppo, ha lambito anche l’Asl di Asti.

Va subito detto che non ci sono astigiani coinvolti in questa inchiesta, ma la gara per la quale è stato chiesto l’arresto di quattro persone ha riguardato anche il nostro ospedale. In particolare per una fornitura di dispositivi di protezione nella manipolazione di farmaci antiblastici utilizzati nella chemioterapia. Parliamo di sistemi completi per la somministrazione di farmaci antiblastici fotosensibili e non, e sacche non sterili per la protezione di siringhe contenenti i farmaci.
L’azienda al centro della “costola” astigiana dell’inchiesta è la Aries srl e coinvolti sono il vice presidente del cda, Pier Alessio Caleffi Garutti di Modena, due suoi agenti di zona ovvero Giulio Solerio di Casale e Ilaria Ambrosi di Borgo San Dalmazzo e la componente della commissione aggiudicatrice e dipendente pubblico Alessandra Pertino, residente ad Oviglio.
La fornitura per gli ospedali di Asti e Alessandria era gestita da questa commissione e ammontava complessivamente a poco più di 800 mila euro.
Il nome della Pertino è uscito chiaramente in numerose intercettazioni fra gli altri tre e uno dei rappresentanti di zona ha detto chiaramente che è stata lei a fare la differenza nelle aggiudicazioni. E quando ne parla con il vice presidente del cda si affretta a dire che “per queste cose qui non ci vogliono le mance; le mance le diamo ai ristoranti”.
Infatti di mance non vi è traccia negli atti di indagine, ma di un paio di orecchini in oro rosa e topazi del valore di oltre 600 euro sì.
Vi è traccia dell’acquisto, da parte dello stesso Caleffi, da un gioielliere di Valenza cui ha chiesto di fatturarlo come portachiavi per non destare sospetti. E soprattutto vi è traccia nelle tante intercettazioni in cui la rappresentante donna dell’azienda, Ambrosi, viene incaricata di sondare i gusti della Pertino per farle il regalo giusto.
Così ci si spende a lungo nell’osservazione dei gioielli che indossa durante le visite di lavoro e la Ambrosi fa domande per capire cosa le manchi e cosa le piacerebbe. A tal punto che, non essendo sicura della scelta da consigliare al suo vice presidente, manda un messaggio su Whatsapp della Pertino in cui le chiede se ha solo un girocollo di un certo tipo o anche gli orecchini.
Il procuratore Aggiunto Enrica Gabetta e il sostituto Caspani che hanno coordinato le indagini, concludono così sul caso che riguarda le forniture all’ospedale di Asti: «Sebbene gli elementi indiziari non abbiano fatto emergere manifeste illegittimità nell’aggiudicazione della gara, le intercettazioni dimostrano che il regalo corrisposto alla Pertino è conseguenza degli atteggiamenti di favore che hanno permesso l’aggiudicazione della gara alla Aries». In particolare viene citata l’intercettazione nella quale emerge chiaramente che senza l’aiuto della destinataria dei preziosi orecchini, l’Aries non avrebbe vinto l’aggiudicazione.

Daniela Peira

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