L’ultimo caso è di appena qualche giorno fa: una dottoressa, finito il turno, alle 14,30 è tornata al parcheggio a riprendersi la macchina, nuova di zecca, e l’ha trovata aperta e depredata da moquette interna e da tutti e quattro gli airbag, debitamente e accuratamente smontati e portati via.
«E’ solo una delle tante segnalazioni e denunce che stiamo raccogliendo nelle ultime settimane – dice Enrico Mirisola, segretario provinciale del Nursing Up di Asti – furti, danneggiamenti e atti vandalici subiti dalle auto dei dipendenti dell’Asl al parcheggio -3 dell’ospedale a loro riservato per la sosta dei loro mezzi.
L’unico filtro di accesso è la barra che si attiva con il badge da dipendente, ma a piedi chiunque può raggiungerlo e i malintenzionati conoscono perfettamente gli orari dei “cambi turno” e sanno che, una volta posata, l’auto non viene più ripresa per molte ore e questo consente loro di agire indisturbati.
Lì sotto non ci sono telecamere e anche sull’illuminazione vi sono molte critiche.
Così c’è chi si è trovato l’auto poggiata su quattro mattoni senza più le ruote, chi se l’è trovata piena di righe sulla carrozzeria, in molti con le portiere forzate o i vetri rotti e la mancanza di monetine o altri oggetti che erano custoditi sopra. E, ancora come nel caso della dottoressa, mancanti di parti specifiche di carrozzeria, segno che si è trattato di un “colpo” su commissione.
«Come se non bastassero gli atti di vandalismo sui nostri mezzi – prosegue Mirisola – sono state numerose anche le segnalazioni di presenza di persone “strane”che giravano nel parcheggio, soprattutto negli angoli meno illuminati; persone che, comunque, non essendo dipendenti, non avrebbero dovuto trovarsi lì. Qualche volta si tratta di qualcuno con il quale il personale ha avuto discussioni in ospedale che aspettano l’infermiere o il medico vicino alla sua auto».
Altro problema non indifferente è che il telefono cellulare al -3 prende male o niente del tutto, così, spiega ancora Mirisola, i colleghi cercano di aiutarsi fra loro.
«Va detto che molti hanno direttamente rinunciato a parcheggiare al -3. O cercano posto agli altri due piani di parcheggio riservati al pubblico, pur rendendosi conto di sottrarre posti auto all’utenza, oppure lasciano l’auto in strada, fuori. Chi invece continua a lasciare l’auto lì, attende l’accompagnamento della guardia giurata quando è disponibile durante i cambi turno oppure – prosegue – si mette d’accordo con altri colleghi: si aspettano e scendono in gruppo e ognuno accompagna gli altri fino all’auto e insieme controllano che sia tutto a posto».
Cosa potrebbe fare l’Asl per migliorare la sicurezza al parcheggio -3?
«Intanto installare delle telecamere valide come quelle sulle strade cittadine che funzionerebbero da deterrente. Poi – conclude Mirisola – potrebbe potenziare l’illuminazione e il servizio di sorveglianza armata non lasciando ad un’unica guardia il compito di presiedere la sicurezza in un sito così ampio come l’ospedale di Asti».
Diritto di famiglia
- Daniela Peira