Un crimine contro l’umanità
«La violenza sulle donne è un crimine contro l’umanità perché le vittime sono mogli, fidanzate, madri, sorelle, colleghe, amiche, ovvero pilastri della società»: è con questo sentimento comune che venerdì scorso è stata inaugurata la panchina rossa a Costigliole, davanti alla chiesa di Santa Margherita da parte del Centro Antiviolenza L’Orecchio di Venere nell’ambito del decennale della sua nascita.
Una panchina “particolare” quella di Costigliole rispetto alle altre che l’Orecchio inaugurerà nelle prossime settimane in alcuni comuni limitrofi (domenica prossima toccherà ad Agliano); particolare perché è stata sistemata nel paese in cui viveva Elena Ceste, uno dei casi di femminicidio più conosciuti in Italia. In quella chiesa lei si recava tutte le domeniche a messa con i quattro figli piccoli e il marito che sta scontando 30 anni di condanna per averla uccisa. E anche la data dell’inaugurazione non è stata casuale, perché era quella del compleanno di Elena.
Fra coloro che hanno partecipato alla cerimonia di inaugurazione c’erano i suoi genitori, Franco e Lucia, la cugina Patrizia, la zia Federica e altri parenti.
Denunciare al primo episodio
Il sindaco Cavallero e la sua vice, Tanya Arconi hanno ribadito non solo l’adesione entusiastica dell’amministrazione comunale a questa iniziativa, ma anche il dovere dei comuni, anche i più piccoli, di operare affinchè passi una cultura di rispetto delle donne. E che insegni a riconoscere la violenza e a denunciarla subito, al primo episodio.
Il Questore di Asti, Alessandra Faranda Cordella, ha ribadito che la violenza di genere non è solo un fenomeno da colpire con la repressione, ma anche e soprattutto lavorando sulla mentalità che la genera perché si tratta di un reato nato da un disvalore.
A chiedere una totale fiducia nella rete di sostegno delle donne vittime di violenza è stato il tenente colonnello Pierantonio Breda, comandante provinciale dei carabinieri di Asti elogiando il modello virtuoso della nostra provincia.
Non è una “pietra d’inciampo”
«Questa panchina non vuole essere una “pietra d’inciampo” – ha sottolineato Elisa Chechile, referente del Centro Antiviolenza L’Orecchio di Venere, promotore dell’iniziativa – ma un’occasione per fermarsi e riflettere sulla responsabilità di tutti nel debellare questo fenomeno. Visto che spesso un episodio di maltrattamenti si accompagna a silenzio, omertà, vergogna della vittima, è importante che chi è a conoscenza di questi episodi si faccia parte attiva per far emergere cosa sta accadendo all’interno di un determinato nucleo famigliare».