Il rischio di cadere nella retorica, di ripetere frasi già dette in situazioni drammatiche quale quella della morte di Paolo Spandonaro, c'è. Ma per l'amicizia con Giovanni, unita alla
Il rischio di cadere nella retorica, di ripetere frasi già dette in situazioni drammatiche quale quella della morte di Paolo Spandonaro, c'è. Ma per l'amicizia con Giovanni, unita alla grande ammirazione verso il Borgo biancorossoblu, vale la pena di correrlo. Le parole consolanti in questi casi lasciano il tempo che trovano. Soltanto la forza interiore di ciascuno dei famigliari e degli amici di Paolo servirà a lenire questi terribili momenti. A lenire, si badi bene, perchè cancellare non sarà possibile. Chi scrive non ha avuto con lui un rapporto di amicizia profonda, ci si incontrava sporadicamente, il più delle volte in maniera casuale, e si scambiavano le solite quattro chiacchiere. Inevitabilmente il discorso scivolava sul Palio, argomento che ci accomunava. Scherzando gli domandai nel dopo Palio 2013, quando l'entusiasmo per la vittoria della Torretta era alle stelle, che cosa si provasse ad essere il figlio del Rettore vittorioso. Un sorriso, una smorfia appena accennata, poi tre parole:
«Intanto abbiamo vinto…».
Pronunciate quasi con pudore. Ma con grande orgoglio e fierezza, due virtù che soltanto chi si sente davvero figlio e partecipe di una precisa realtà riesce a trasmettere. Nel Borgo biancorossoblu, anzi nella famiglia biancorossoblu, la capacità di reagire alle difficoltà non è mai mancata. E non mancherà neppure stavolta. La Torretta, in un passato piuttosto recente, aveva già vissuto momenti terribili. La figura di Giovanni Penna, borghigiano storico e anima del gruppo biancorossoblu, anche lui prematuramente scomparso, è ancora vivissima sia nel quartiere torrettese sia nell'intero mondo del Palio. Guardare avanti, lottare per chi non c'è più: questo l'imperativo categorico per chi resta dopo una perdita gravissima come quella di Paolo. Retorica? Stavolta no, ma meglio fermarsi qui ugualmente e rivolgere un caro pensiero a Giovanni e a tutti i suoi famigliari.
Nella grande fotografia che accompagna quest'articolo compare lo stemma della Torretta con la bandiera a lutto. Con una certezza e un proponimento: la certezza è che se finora il Borgo guidato da Giovanni Spandonaro aveva saputo operare con coraggio nell'andare alla ricerca di grandi traguardi, il più importante dei quali "centrato" lo scorso anno in piazza Alfieri, avrà ora una formidabile e ulteriore motivazione per intensificare i proprii sforzi e raggiungere nuovi trionfi: quella di onorare nel migliore dei modi un personaggio come Paolo. Il proponimento è invece personale e sta nel fatto di poter presto tornare a raccontare in maniera gioiosa le vicende dei biancorossoblu. Come accadde nel settembre 2014, suscitando la gioia immensa di uno di loro che purtroppo mercoledì ci ha lasciato.
Massimo Elia