Avrebbe fornito false dichiarazioni sui movimenti da lui compiuti la mattina dellomicidio. E quanto viene contestato in un avviso di garanzia notificato a Stefano Bagnasco, residente a
Avrebbe fornito false dichiarazioni sui movimenti da lui compiuti la mattina dellomicidio. E quanto viene contestato in un avviso di garanzia notificato a Stefano Bagnasco, residente a Costigliole e datore di lavoro di Francesco Indino, luomo di 52 anni di Montechiaro ucciso a sprangate lo scorso 25 giugno in piazza Campo del Palio. Indino lavorava per la ditta di ortofrutta di Bagnasco, la Galup.
Quel mattino, alle 5, aveva lasciato, come dabitudine, lauto in piazza e stava per salire sul camion frigo di proprietà della ditta per andare al mercato di Moncalvo. Secondo quanto dichiarato da Bagnasco alla polizia, il mattino dellomicidio aveva incontrato Indino e un altro dipendente in un bar di corso Torino, come facevano di solito, per poi ritrovarsi in piazza Campo del Palio: Indino se nera andato con la sua auto e gli altri due, insieme, per prendere un altro mezzo posteggiato in unaltra zona della città. Allarrivo in piazza avrebbero trovato lautotrasportatore già cadavere. Gli inquirenti avrebbero però dei dubbi sulle dichiarazioni fornite da Bagnasco.
«Ci siamo messi a disposizione degli inquirenti e forniremo tutti i chiarimenti necessari», sottolinea lavvocato Alberto Avidano che rappresenta Bagnasco. «La famiglia confida nelloperato degli inquirenti affinché venga fatta chiarezza su moventi e responsabilità del delitto», dice lavvocato Renata Broda che, insieme alla collega Francesca Maccario, tutela gli interessi della famiglia di Indino.
d.p. e m.m.t.