Abbiamo raccolto lo sfogo di Cinzia, la moglie del tabaccaio di Asti ucciso in corso Alba due anni fa. Ecco cosa chiede
Un dolore lungo due anni che non troverà pace fino a quando non sarà fatta giustizia. E giustizia sarà fatta quando si darà un nome e un volto al rapinatore che la sera del 21 dicembre 2014 ha freddato con cinque colpi di pistola Manuel Bacco, il tabaccaio di corso Alba ucciso nel suo negozio.
A non avere pace è Cinzia, la moglie, che oggi porta avanti l’attività del marito e ogni giorno serve tabacchi e fornisce gli altri servizi di tabaccheria dal banco dietro un vetro antirapina, con un cane da guardia al fianco e una miriade di telecamere disseminate dentro e fuori dal negozio.
«Da un anno e mezzo, ogni volta che chiedo notizie sulle indagini sulla morte di mio marito, mi sento rispondere che stanno lavorando – dice la donna – io ho piena fiducia nei carabinieri, ma quella risposta non mi basta più. Mi sa tanto di disco rotto di chi mi risponde così perchè non sa cosa altro dirmi. Nessuna pretesa di entrare nel segreto dell’inchiesta, ma almeno qualche elemento per farmi capire che le cose sono andate avanti rispetto ad un anno e mezzo fa. Per altri tragici delitti, la soluzione è arrivata in meno di un mese».
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Daniela Peira