Un 25enne studente universitario dinformatica albese è stato denunciato dai Carabinieri della compagnia di Alba per il reato di stalking ai danni della sua ex fidanzata, anche lei studentessa
Un 25enne studente universitario dinformatica albese è stato denunciato dai Carabinieri della compagnia di Alba per il reato di stalking ai danni della sua ex fidanzata, anche lei studentessa universitaria 21enne che vive ad Asti. I due si erano conosciuti nel campus universitario di Torino a gennaio dello scorso anno e per diversi mesi si erano frequentati. Ad un certo punto, lo scorso settembre, lei non ne ha più voluto sapere di continuare la relazione e lo ha lasciato.
Lui però, intuendo che di lì a poco sarebbe stato lasciato, ha sfruttato le sue conoscenze dinformatica e, a insaputa della ragazza, le ha inserito nelli-Phone unapplicazione spia in grado di localizzarla costantemente in tempo reale mediante un sofisticato sistema di rilevazione gps. In quel modo, avvalendosi delle moderne tecnologie, era praticamente in grado di controllare la vita della sua ex. Lo stalker le si parava dinanzi dappertutto e nei posti più impensati, cinema, centri commerciali, ristoranti, offendendola e minacciandola dinanzi a tutti per intimorirla e costringerla a tornare con lui.
La studentessa, ormai esasperata dalla situazione al punto da non uscire più di casa per timore di incontrare il suo ex, ha denunciato ai Carabinieri di Alba ciò che gli stava succedendo da alcuni mesi. I militari hanno immediatamente avviato le indagini sulla vicenda e, in base al racconto della ragazza e alle competenze informatiche del suo ex, hanno ipotizzato che lo stalker potesse aver fatto ricorso alla cosiddetta "applicazione spia in gps" sulli-Phone della vittima.
Quella che inizialmente sembrava solo unipotesi investigativa si è rivelata essere reale. Qualche giorno fa il giovane è stato fermato mentre pedinava la sua ex e dallesame del suo smartphone è emersa proprio lapplicazione incriminata. Lo stalker "tecnologico", a carico del quale i Carabinieri hanno richiesto lemissione di un provvedimento di divieto di avvicinamento e di comunicazione con la vittima (oltre al sequestro dello smartphone), rischia ora una condanna sino a quattro anni di reclusione.