Oggi in aula, come testimone al processo a carico di Dario Careglio, ex sindaco dell’Atc, è comparso l’ex direttore amministrativo dell’ente, reo confesso di aver sottratto dalle casse Atc poco meno di una decina di milioni di euro in una decina di anni
Testimone d’eccezione mercoledì mattina in tribunale al processo a carico di Dario Careglio, ex sindaco dell’Atc di Asti, l’Agenzia che gestisce le case popolari.
In aula, infatti, è comparso Pierino Santoro, l’ex direttore amministrativo dell’ente, reo confesso di aver sottratto dalle casse Atc poco meno di una decina di milioni di euro in una decina di anni. Santoro, scortato, sta scontando in carcere a Torino i 4 anni e 2 mesi che aveva patteggiato con il pm Vitari. Pur avendo chiesto l’affidamento ai servizi sociali, per ora la sua istanza è stata rigettata.
In aula ad Asti ci è tornato nelle vesti di testimone per uno stralcio della vicenda che lo ha riguardato. Infatti, fra le cose a lui contestate, vi era anche l’accusa di aver utilizzato per scopi personali una carta di credito rilasciata dalla Cassa di Risparmio di Asti a carico dell’ente. Una carta di credito di cui gli altri amministratori hanno sempre detto di non saperne nulla. Ma nella complessa inchiesta della Guardia di Finanza che ha riguardato tutta la contabilità dell’Atc, è emerso che Dario Careglio, all’epoca presidente del Collegio dei sindaci, aveva avuto notizia dell’esistenza della carta di credito già nel 2011, quindi circa 3 anni prima della scoperta del maxi ammanco. Quel titolo a carico dell’ente era nell’elenco delle “caratteristiche” del conto aperto presso la Crat che l’addetta al servizio tesoreria della banca gli aveva inviato in occasione di una revisione contabile di routine.
Ma a Careglio questo “particolare” era sfuggito e non chiedendo conto di questa carta di credito mai autorizzata dal consiglio di amministrazione (era stata attivata in seguito ad un falso su una delibera ad opera di Santoro) ha consentito che l’allora direttore amministrativo potesse usufruirne per altri tre anni incassando e spendendo una somma di circa 300 mila euro.
Santoro, in aula, non ha avuto parole tenere per Careglio, difeso dall’avvocato Broda. Con buona precisione ha ricordato di aver autorizzato la Crat a fornire la relazione a Careglio ma anche di non aver mai ricevuto richieste di spiegazioni da quest’ultimo. «Non mi ha mai chiesto nulla, nemmeno sul contenuto di altre mail ricevute dalla tesoreria – ha detto Santoro che ha aggiunto – Penso che il collegio dei sindaci fosse a conoscenza di molte cose pur fingendo di non sapere nulla. Ad esempio di chi eseguiva gli incassi all’interno dell’ente». Che fra i due non corresse buon sangue deriva anche da una sprezzante risposta data alla parte civile (l’Atc per voce dell’avvocato Milani). Santoro, alla scoperta di alcuni documenti contabili che avrebbero poi portato allo scandalo che ha travolto lui e l’Ente, ammette di averne parlato con gli altri due componenti del Collegio ma non con il presidente, Careglio. Perchè? «Perchè nei suoi confronti non nutrivo alcuna stima» è stata la risposta.
Daniela Peira