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Daniele Bottallo / LaPresse
03 05 2012 Torino ( Italia )
cronaca
Processo a Beppe Grillo e No Tav per rottura sigilli cantiere Valsusa, tribunale di Torino
Nella foto: palazzo di giustizia

Daniele Bottallo / LaPresse
03 05 2012 Turin ( Italy )
news
Beppe Grillo and No Tav under process, Courthouse of Turin 
In the Photo: Courthouse
Cronaca
Processo

Piovà, confessò di aver soffocato la madre: oggi a Torino per difendere l’assoluzione

Si apre il processo in Corte d’Appello. In primo grado il figlio venne assolto perchè il Gup non credette alla sua confessione. La Procura ha fatto ricorso

Un’assoluzione in primo grado che aveva fatto scalpore e un ricorso della Procura che si misurerà oggi,  mercoledì, in Corte d’Appello di Torino con le motivazioni del Gup che lo avevano portato a credere che quella confessione di aver soffocato la madre non era frutto del ricordo di un fatto realmente avvenuto.

Il Gup Belli, ad Asti, non aveva creduto a Gianni Ghiotti, l’operaio di Piovà Massaia che, tre anni dopo la morte dell’anziana e malata madre, aveva raccontato di averla uccisa, soffocandola con un cuscino, per porre fine alle sue indicibili sofferenze dovute ad una grave forma di osteoporosi che le procurava continue fratture.

Una confessione clamorosa, avvenuta a margine di un fatto minore per il quale era stato convocato dai carabinieri di Cocconato.

Subito iscritto sul registro degli indagati, aveva passato un primo periodo agli arresti domiciliari con la possibilità di recarsi al lavoro, poi era tornato in libertà piena.

La Procura aveva fatto le sue indagini. Non bastava la confessione, bisogna trovare riscontri che la sostenessero. Era stata riesumata la salma della donna, dalla tomba del cimitero di Berzano San Pietro in cui era sepolta e il medico legale aveva cercato di dare delle risposte nonostante fossero passati oltre tre anni dal suo decesso.

Per il professionista non era stato possibile stabilire la causa della morte dell’anziana, ma era stato possibile ancora riscontrare una presenza elevata di calmanti nel suo organismo, così come raccontato da Ghiotti che aveva giustificato la circostanza con il fatto di averla voluta addormentare affinchè non si accorgesse dell’atto che stava per commettere. Inoltre il Gup ha sottolineato che il medico che andò a casa Ghiotti per certificare il decesso della donna non notò alcun segno sospetto che potesse far pensare ad un soffocamento.

Se per il Gup le conclusioni della consulenza non confermano la confessione di Ghiotti, per il sostituto procuratore Fiz che ha fatto ricorso in Appello, invece sono più di uno gli aspetti che la rendono credibile. E, sempre per la Procura, il fatto che il medico non avesse avuto sospetti sulla causa di morte è dovuto al fatto che non è uno specialista di medicina legale e non avesse dubbi sulla morte naturale conoscendo di quali gravi malattie soffrisse la donna.

La conferma della somministrazione dei calmanti descritta dall’imputato, la volontà della madre di preferire la morte alla sofferenza ripetuta costantemente anche a chi andava a farle visita e la conclusione “certificata” da un consulente di assenza di patologie psicotiche che possano aver portato Ghiotti ad inventarsi un fatto così grave anche se mai accaduto, sono alla base del ricorso che verrà discusso dai giudici torinesi.

A difendere la sentenza di assoluzione dettata in primo grado ci sarà l’avvocato Marco Dapino.

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