Un taccuino di lagnanze che riguarda una delle zone naturalistiche più importanti del nostro territorio, la “zona umida” della Bula, a ridosso del Tanaro nella parte fra corso Savona e Variglie, Oasi del Wwf astigiano
Recinzione sfondata e tagliata in più punti, una stalla abusiva con tetto in onduline di amianto deteriorate, rifiuti buttati vicino alle sponde degli stagni, pescatori che si introducono abusivamente e, oltre a pescare in area protetta, introducono anche specie non autoctone che provocano danni importanti alla biodiversità del luogo.
E ancora, discariche abusive di macerie da demolizioni, abbandoni all’aperto di bidoni contenenti liquido chimico di non meglio precisata provenienza e composizione, per finire con un cimitero di roulotte e furgoni mangiati dal fuoco dell’incendio di oltre due mesi fa vicino all’argine del Tanaro.
Un taccuino di lagnanze che riguarda una delle zone naturalistiche più importanti del nostro territorio, la “zona umida” della Bula, a ridosso del Tanaro nella parte fra corso Savona e Variglie, Oasi del Wwf astigiano. Un sistema di stagni distribuiti su una ventina di ettari, che riproducono la flora e la fauna delle zone umide e che conta una concentrazione eccezionale di animali (soprattutto uccelli acquatici) facilmente avvistabili ad occhio nudo.
Una “tappa” prediletta per centinaia di esemplari in migrazione che, soprattutto nel mese di marzo, diventa così affollata da offrire uno spettacolo unico a bambini, famiglie, appassionati della natura.
Ebbene, questo gioiellino naturalistico, è inserito in una zona che è tutto fuorchè accogliente.
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Daniela Peira