L'intenzione del Governo era nell'aria da tempo, ma ora è arrivata la conferma direttamente da Roma: la Prefettura di Asti sarà accorpata con quella di Alessandria. Almeno questa è l'intenzione. Un copione già visto per altri settori, ma la Prefettura è il primo presidio del governo sul territorio ed strategica nel gestire la sicurezza e l'ordine pubblico Il requiem per 26 Prefetture italiane (sulle attuali 103) suonerà entro il 31 dicembre 2016…
L'intenzione del Governo era nell'aria da tempo, ma ora è arrivata la conferma direttamente da Roma: la Prefettura di Asti sarà accorpata con quella di Alessandria. Almeno questa è l'intenzione. Un copione già visto per altri settori, ma la Prefettura è il primo presidio del governo sul territorio ed strategica nel gestire la sicurezza e l'ordine pubblico. Il requiem per 26 Prefetture italiane (sulle attuali 103) suonerà entro il 31 dicembre 2016, praticamente domani in termini di riorganizzazione dell'Ente, e il Piemonte pagherà un prezzo carissimo perché, al di là di Asti accorpata con Alessandria, anche Biella e Verbano-Cusio-Ossola perderanno le rispettive Prefetture che saranno associate, rispettivamente, con Vercelli e Novara. È questa la risposta del premier Renzi e del ministro dell'interno Alfano alle richieste degli astigiani di avere più sicurezza? Parrebbe di sì, ma c'è dell'altro.
Gabusi: «Che fine faranno le Forze dell'Ordine?»
A denunciare ciò che in molti considerano una beffa è il presidente facente funzioni della Provincia, Marco Gabusi. «Nell'autunno ci siamo sentiti dire che l'ospedale Cardinal Massaia, presidio ospedaliero, non doveva più essere considerato il presidio sanitario di riferimento perché la scelta era stata quella di privilegiare Alessandria, che tra l'altro ha una struttura molto più vetusta della nostra ? commenta Gabusi, attuale sindaco di Canelli – Nella primavera ci è stato comunicato l'abbandono del progetto dell'Ospedale Valle Belbo, a completamento della strategia di ridimensionamento dei servizi sanitari nell'Astigiano. Ora la Regione Piemonte vorrebbe accorpare diversi servizi provinciali con quelli di Alessandria e informazioni ufficiose danno per imminente la chiusura della Prefettura. In questo quadro immaginiamo che, di conseguenza, tutte le sedi provinciali delle Forze dell'Ordine siano destinate a fare lo stesso percorso verso il capoluogo alessandrino».
La Prefettura no, ma i profughi sì
«Se Regione e Governo daranno attuazione a questo progetto di riordino – prosegue Gabusi – la Provincia di Alessandria, per una serie di motivi che forse per campanilismo ci sfuggono, sarà ritenuta maggiormente meritevole e quindi lì verranno accentrati i servizi pubblici di maggior rilevanza. Quella però che, proprio in questo contesto, sembra ancora più una beffa è che la Provincia di Asti, e nella fattispecie la caserma dell'aeronautica di Castello D'Annone, sia stata individuata come unico "centro di smistamento" regionale (dopo Settimo Torinese) per i profughi. La struttura, nelle prossime settimane, dovrebbe ospitare circa 250 persone che si sono affacciate sul nostro territorio nazionale in condizioni di disperazione alla ricerca di un futuro migliore ? puntualizza il presidente – Ciò che ritengo inaccettabile è che le scelte di programmazione dei livelli istituzionali regionali e nazionali per la Provincia di Asti prevedano la soppressione di quasi tutti i servizi e che l'unica novità sia il centro profughi di Castello d'Annone. Se queste scelte verranno confermate, chi se ne assume la responsabilità ha il dovere politico di venire a spiegare alle istituzioni locali, ma soprattutto ai nostri concittadini, ai nostri imprenditori e alle nostre comunità che siamo considerati una periferia e che, come avviene in tutte le periferie degradate, qui si devono allocare i servizi "scomodi" per i centri urbani».
Si confida nei parlamentari
Anche il sindaco Brignolo vede con preoccupazione l'accorpamento della Prefettura, ma aggiunge: «Mi sembra di aver capito che la partita si giocherà in Parlamento e quindi ci aspettiamo dai nostri due rappresentanti, Fiorio e Romano, che sappiano tenere alta l'attenzione sulle necessità del nostro territorio». Ma il conto alla rovescia è comunque iniziato.
Riccardo Santagati