Anche i carabinieri, grazie alla capillarità delle stazioni disseminate sul territorio e alla “specialità” dell’Ispettorato del Lavoro, lavorano alla ricerca dei “furbetti del reddito di cittadinanza”.
Nel periodo da febbraio a settembre, sono stati 22 i destinatari di RdC che lo hanno percepito senza avere in realtà i requisiti per ottenerlo.
Come noto, il reddito di cittadinanza è un contributo economico erogato dall’Inps per sostenere i cittadini che si trovano in uno stato grave di indigenza e di disagio sociale e che ha visto un maggiore accesso a seguito del periodo di pandemia e dunque di crisi economica soprattutto per i più precari.
Ma non tutti si sono comportati onestamente con l’Inps e hanno continuato a percepirlo presentando false attestazioni e “nascondendo” sopravvenuti redditi che avrebbero comportato l’uscita dalla lista di chi ha diritto a prenderlo.
I danni all’Erario sono ingenti: per le sole 22 posizioni intercettate dai carabinieri come irregolari, sono oltre 150 mila gli euro che erano stati percepiti indebitamente.
Una volta accertate le false attestazioni, i carabinieri hanno provveduto al sequestro preventivo delle carte sulle quali viene caricato l’importo mensilo e hanno dato subito avvio alle procedure di sospensione e revola del beneficio. Oltre ad aver denunciato i titolari del reato specifico di indebita percezione del reddito di cittadinanza.
Fra i denunciati ci sono italiani e stranieri.
Per questi ultimi l’attestazione falsa più diffusa è quella relativa alla loro residenza in Italia da oltre 10 anni: per molti di loro, appena usciti dai centri di accoglienza, non si arrivava neppure ai 3-4 anni.
Un italiano, invece, risultava intestatario di 23 autovetture mentre altri avevano omesso di dichiarare, nella domanda di ammissione al RdC di essere nella disponibilità di auto e moto di grossa cilindrata.
Ma il “trucco” più comune è quello delle famiglie separate solo sulla carta.
Componenti dello stesso nucleo che, per accedere tutti al RdC dichiarano di vivere in case diverse salvo poi fissare la residenza in abitazioni che, al controllo dei carabinieri, risultano ruderi o cascinali inabitabili, abbandonati da anni.
Fra coloro che ricorrono a questo stratagemma anche una famiglia di Bubbio, attenzionata dai carabinieri nei confronti della quale i militari hanno messo a punto una procedura di accertamenti che ha “fatto scuola” anche in tutte le altre stazioni del territorio.
In generale i controlli dei carabinieri vanno ad incidere su coloro la cui posizione reddituale è cambiata rispetto al momento in cui era stato concesso il reddito di cittadinanza ma non è mai stata comunicata. Gente che prende eredità, qualcuno addirittura che vince delle somme, altre che trovano lavoro: situazioni che non sfuggono soprattutto nei piccoli paesi dove si trovano le caserme delle stazioni.