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Cronaca

Processo Barbarossa, prima arringa difensiva: «Non era un complice dei mafiosi, semmai una futura vittima»

Il lungo giro dei difensori aperto dall’avvocato di un imprenditore costigliolese

La difesa di Fabio Biglino

E’ stata l’avvocato Claudia Malabaila (nella foto di copertina durante l’udienza di apertura del processo), difensore di Fabio Biglino, ad aprire il giro delle difese al processo Barbarossa.
Biglino è accusato di essersi rivolto agli Stambè, Carè e Rocco Zangrà per avere dei lavori per la sua società di calcestruzzi Concretocem e per recuperare dei crediti nei confronti di alcuni clienti che non avevano pagato.
Accuse totalmente respinte. Sulla conoscenza e frequentazione di Stambè Salvatore e del cognato Carè l’avvocato è stato chiaro: li conosceva da molti anni perché erano stati colleghi di lavoro a lungo e anche Carè aveva lavorato per la sua azienda appena fondata invitando ad una lettura dei loro rapporti all’insegna di collaborazione e frequentazione di paese, non di associazione mafiosa.
Con Zangrà, secondo la difesa, Biglino ha intrattenuto brevi rapporti, limitati nel tempo esclusivamente per scopi lavorativi.

«Non sapeva chi fosse Zangrà»

L’imprenditore costigliolese non sapeva chi fosse Zangrà e lo incontrò pensando che sarebbe stato un futuro cliente così come faceva ogni giorno con moltissime altre persone. Anzi, da una lettura in chiave difensiva, Biglino emergerebbe addirittura come vittima scelta da Carè e Stambè per eventuali future estorsioni nel caso in cui avesse preso dei lavori di ingente valore.

«Una spedizione punitiva smentita dalle stesse vittime»

Molto si era discusso nel corso del processo su quella “spedizione” a Scalenghe per chiedere il pagamento di una fattura in sospeso di 35 mila euro per la fornitura di cemento. Stambè, in aula, aveva riferito della partecipazione anche di Biglino alla richiesta violenta ai debitori, circostanza smentita dagli stessi imprenditori debitori e da una serie di contraddizioni su tempi del percorso fatto per arrivarci e sul luogo in cui tale episodio sarebbe avvenuto.

«I crediti recuperati con avvocati e agenzie autorizzate»

Il ricorso al recupero del credito attraverso avvocati o agenzie regolarmente autorizzate di cui l’avvocato ha prodotto documentazione, per la difesa non sarebbe affatto un comportamento compatibile con un affiliato amico dei boss del paese.
Chiedendone, in conclusione, l’assoluzione. Stessa conclusione anche per Luigi Catarisano fatta dal suo difensore, l’avvocato Scagliola che sottolinea come l’episodio contestato, ovvero il trasporto di un carico di marijuana dalla Liguria a Costigliole, non sia mai stato effettuato dal suo assistito che dunque risulterebbe del tutto estraneo alle accuse.

d.p.

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