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I profughi faranno la legnaper scaldare le case dei più poveri
Cronaca

I profughi faranno la legna
per scaldare le case dei più poveri

I più poveri e perseguitati del mondo arrivano ad aiutare i più poveri di casa nostra per ricambiare il “favore” dell’accoglienza nel nostro Paese: questo il senso del protocollo d’intesa

I più poveri e perseguitati del mondo arrivano ad aiutare i più poveri di casa nostra per ricambiare il “favore” dell’accoglienza nel nostro Paese: questo il senso del protocollo d’intesa firmato martedì scorso in Municipio fra Prefettura, Comune di Asti, Diocesi e Fondazione Crat. Si tratta di un accordo secondo il quale i richiedenti asilo che si offriranno volontari, saranno affiancati da operatori del Comune e da operatori di associazioni di volontariato specifiche per fare scorte di legname da destinare alle famiglie con bambini che non hanno le possibilità economiche di sostenere le spese per il riscaldamento delle case nel periodo invernale.

E, così facendo, i profughi abbasseranno anche il rischio di esondazioni e danni da piene perché i disboscamenti avverranno sugli argini e sugli alvei dei principali corsi d’acqua la cui manutenzione è diventata tabù per le casse esangui delle amministrazioni pubbliche. «Da 10 anni a questa parte Asti assiste ad un continuo impoverimento del reddito di larga parte della sua cittadinanza – ha detto il sindaco Brignolo – ma nonostante questo è stata in grado di affrontare ed assorbire la straordinaria ondata di migrazione dall’estero di persone in fuga da carestie e persecuzioni politiche. Grazie ad una grande ed efficiente rete fatta di cooperative, strutture di accoglienza, volontariato ed istituzioni si è arrivati addirittura al “modello astigiano” invidiato e copiato in molte altre province italiane».

Modello vincente che è stato ribadito sia dall’assessore ai servizi sociali Piero Vercelli che dal capo di gabinetto (uscente) Arnaldo Agresta, presente alla firma del protocollo con il dottor Dalla Verde che, dopo l’affiancamento, prenderà il suo posto. Un’operazione sociale e solidale, quella messa in piedi martedì scorso, a doppio senso: da una parte lo Stato che doverosamente ospita chi è in fuga dai posti più pericolosi del mondo e dall’altro gli “ospitati” che restituiscono un po’ di questa accoglienza lavorando per la fascia più debole del Paese che ha dato loro accoglienza.

Diocesi e Fondazione, come hanno assicurato il vescovo Monsignor Ravinale e il presidente Michele Maggiora, hanno messo a disposizione un contributo per la realizzazione della scorta di legname da destinare alle persone in difficoltà attraverso la partecipazione logistica delle associazioni di volontariato di protezione civile e di quelle di tutela ambientale che seguiranno da vicino il lavoro dei profughi nella pulizia delle sponde dei fiumi. Proprio in questi giorni prosegue l’opera di raccolta delle disponibilità da parte dei richiedenti asilo ospitati nelle strutture del capoluogo cui seguirà un momento di selezione, di informazione e di formazione di personale del Comune di Asti prima di arrivare alla prestazione d’opera vera e propria.

Daniela Peira

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