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Quattro cooperative nei guai per l’Iva agevolata
Cronaca

Quattro cooperative nei guai per l’Iva agevolata

La Guardia di Finanza lo aveva dichiarato all’inizio del 2016 che fra i suoi obiettivi strategici ci sarebbero stati controlli e verifiche fra gli operatori del terzo settore, quello assistenziale, e ha mantenuto l’impegno

La Guardia di Finanza lo aveva dichiarato all’inizio del 2016 che fra i suoi obiettivi strategici ci sarebbero stati controlli e verifiche fra gli operatori del terzo settore, quello assistenziale, e ha mantenuto l’impegno.

E’ di ieri, giovedì, la notizia della conclusione di un accertamento che ha compreso gli anni dal 2011 al 2015 a carico di quattro cooperative (delle quali non sono stati forniti i nomi) che operano tutte nel settore socio assistenziale sia in città che in provincia.

Quattro realtà collegate tra loro, presenti in diversi contratti di servizi d’opera quasi esclusivamente a favore di case di riposo o comunque strutture destinate ad anziani.

Le contestazioni mosse dal Nucleo di Polizia Tributaria del Comando di Asti sono molto tecniche, ma il conto finale è molto comprensibile: oltre 32 milioni di euro di operazioni vagliate e segnalate con un’Iva evasa di circa 4,7 milioni di euro.

La parte del leone, di questa Iva contestata, la fa una errata fatturazione delle cooperative capogruppo alle socie. E’ la capogruppo, infatti, che fattura ed incassa direttamente le rette a carico degli anziani, regolarmente sottoposte al regime di Iva agevolata al 4%. Di quanto incassato, ne gira la maggior parte alle coop socie che effettivamente si occupano degli anziani trattenendosi però una quota come compenso dell’organizzazione amministrativa, del coordinamento, della supervisione, della tenuta dei rapporti con chi ha affidato loro l’appalto. Ecco, secondo i finanzieri, questo “compenso” non può essere considerato prestazione socio assistenziale, ma una forma di consulenza che deve essere tassata ad aliquota piena del 21 o 22% a seconda dell’anno in cui è stata fatturata.

Altre irregolarità riguardano invece prestazioni effettuate all’interno delle case di riposo che, pur rientrando nel contratto “total service”, non possono essere assoggettate all’Iva agevolata del 4% ma, anche in questo caso, vanno tassate ad aliquota piena. Del corposo fascicolo contenente gli accertamenti della Guardia di Finanza, se ne occuperà l’Agenzia delle Entrate.

Sarà la Procura, invece, a decidere sulla denuncia di tre persone, collegate alle cooperative controllate, a carico delle quali si ipotizzano emissioni ed uso di fatture che non corrispondono a nessuna prestazione.

Daniela Peira

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