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Cronaca
Il caso

Quella sottile linea rossa che collega Asti con la scomparsa di Mara Favro

La donna di Susa di cui non si hanno più notizie da oltre tre mesi. Il titolare della pizzeria in cui lavorava fino alla scomparsa ha vissuto ad Asti a lungo

C’è una linea sottile sottile che lega la scomparsa di Mara Favro, 51 anni, di Susa, alla provincia di Asti.

Tante coincidenze e persone che rendono il caso radicato fra Susa a Chiomonte più vicino al nostro territorio.

Iniziata come scomparsa   da qualche giorno si deve parlare di   omicidio ed occultamento di cadavere: questo infatti recita l’esposto presentato alla Procura di Susa dal legale del fratello di Mara Favro, l’avvocato Roberto Saraniti. Sono passati ormai tre mesi da quando è stata vista viva l’ultima volta e l’ipotesi della scomparsa, tenendo conto che la donna ha una figlia piccola cui era legatissima e che non ha disponibilità né capacità di nascondersi per così tanto tempo, si è trasformata in quella più tragica dell’omicidio.

Roberto Saraniti è lo stesso avvocato che lavorava nello studio di Debora Abate Zaro, deceduta lo scorso anno a seguito di incidente, che ha assistito la famiglia di Elena Ceste fin dal momento della sua sparizione e prima del ritrovamento dei suoi resti nel rio Mersa otto mesi dopo vicino alla sua casa di Costigliole. Ritrovamento che è stato reso possibile dai lavori di pulizia e manutenzione del corso d’acqua voluti dall’amministrazione di Isola d’Asti all’epoca guidata dal sindaco Fabrizio Pace. Oggi Pace è il presidente dell’Associazione Penelope Piemonte, associazione che si occupa di scomparsi ed è stato nominato come consulente dalla famiglia di Mara   che non aveva più notizie della donna dalla notte fra il 7 e l’8 marzo.

Ma c’è un altro nome, pesante, nella storia di Mara che ha un preciso riferimento astigiano. Ed è quello di Vincenzo Milione, titolare della pizzeria di Chiomonte dove la donna scomparsa lavorava da circa otto giorni prima di essere inghiottita nel nulla. Milione ha rilasciato più di una dichiarazione alla trasmissione “Chi l’ha Visto?” proprio su Mara che quella sera, dopo il turno di servizio, era tornata indietro perché aveva detto di aver dimenticato le chiavi di casa nel suo armadietto in pizzeria e di essersi poi incamminata a piedi, nel cuore della notte, verso la sua abitazione di Susa sperando in un passaggio in autostop.

Milione, proprio lui. Che nelle prime interviste si faceva chiamare Luca e il cui nome di battesimo risulta invece Vincenzo. E come Vincenzo è stato residente per diversi anni ad Asti, nelle case popolari di via Madre Teresa di Calcutta. Almeno fino al 2020 secondo alcuni atti giudiziari del Tribunale di Sorveglianza.

E’ conosciuto anche dai carabinieri astigiani perché ha un passato di arresti e sentenze per traffico di droga, riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione. Attività, quest’ultima, nella quale era implicata anche la moglie, di origini romene, sua complice nel reclutare donne che dalla Romania venivano portate in Italia, dotate di documenti e passaporti e avviate alla prostituzione oppure letteralmente “vendute” a sfruttatori. Fatti che risalgono dal 1999 in avanti.

Sempre i carabinieri di Asti lo avevano arrestato nel novembre del 2012 dopo averlo localizzato in Moldavia, Paese in cui si era rifugiato per sfuggire alla condanna a 10 anni inflitta dal Tribunale di Cagliari per reati di droga e sfruttamento della prostituzione.

La condanna è stata scontata e ora Milione deve ancora sottostare alla libertà vigilata in quanto ritenuto “persona socialmente pericolosa”. Ha l’obbligo di dimora nelle ore notturne e proprio questa sua restrizione è diventata anche un alibi per la stessa notte della sparizione di Mara. Ad alcuni organi di stampa ha detto: «Ero a casa, a dormire, lo possono confermare i carabinieri che sono venuti a fare il controllo come ogni notte».

L’esposto per omicidio presentato dalla famiglia di Mara ha sicuramente impresso un’accelerata sulle indagini. Si stanno sentendo numerosi testimoni (dai vicini di casa della donna scomparsa ai colleghi e alle colleghe di lavoro della pizzeria), é stata ritrovata l’auto abitualmente usata da Mara e sono stati utilizzati i cani molecolari per trovare una traccia del passaggio della donna. Al centro dei dubbi anche le versioni contrastanti sui movimenti di Mara, quella sera, fornite da Milione e dal suo pizzaiolo, che ora si è licenziato.

Asti entra anche in una delle pochissime segnalazioni di cui ha dato notizia la trasmissione Chi l’ha Visto? Era stata riferita dallo stesso Milione che ha mostrato una chat con un cliente della pizzeria che gli riferiva di aver visto Mara all’autogrill di Crocetta, ai confini con l’Astigiano, in compagnia di un camionista già qualche giorno dopo la sua scomparsa.

Altra curiosità. All’inizio di questa vicenda, nelle prime interviste Milione si faceva chiamare Luca mentre all’anagrafe lui risulta Vincenzo. Ma leggendo gli atti del processo e le intercettazioni contenute nelle sentenze del tribunale di Cagliari emerge che Luca era il nome con il quale si faceva chiamare già allora, sia dai coimputati che dagli amici.

 

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