Sfumata anche l'ipotesi di regolarizzarsi con la cooperativa, i raccoglitori di ferro lanciano un ultimatum al Sindaco per un fattivo sostegno sociale. <Non abbiamo più soldi per mantenere i nostri figli e se non si trova una soluzione torneremo in piazza per urlare la nostra disperazione>.
<Ci hanno trasformato da lavoratori autonomi che si arrabattavano onestamente per guadagnare qualcosa ad un "peso sociale" per la città. E allora adesso il Comune si occupi di noi, perchè qui il piatto piange>. A parlare è Gaetano Cadeddu, portavoce dei ferraioli astigiani alla ricerca di una "quadra" per riuscire a raccogliere il ferro con licenze alla loro portata.
Da un anno la loro vita è resa molto difficile dai continui appostamenti delle forze dell'ordine che controllano i loro viaggi e, se li fermano, li multano e sequestrano i loro camioncini perchè non sono in possesso della licenza regionale che affonda nelle complesse e criptiche norme sui trasporti dei rifiuti (il ferro è considerato un rifiuto pericoloso). Da due mesi e mezzo, poi, sono stati bloccati i conferimenti ai grossisti a meno che non venissero fatti con i formulari previsti per legge. Da allora è cominciata una protesta regimentata nelle norme istituzionali, con manifestazioni in piazza, incontri in Prefettura, e, lunedì scorso, un incontro con Confcooperative per valutare la strada della costituzione di una cooperativa di ferraioli. Ma l'esito del primo abboccamento non è stato quello sperato: <L'unico vantaggio della cooperativa è la maggior facilità di ottenere la fidejussione bancaria necessaria per la licenza, ma gli altri requisiti gran parte di noi non riescono ad averli e quindi siamo di nuovo daccapo> sintetizza Cadeddu. La soluzione è in capo alla Regione, che potrebbe cambiare la norma ed adeguarla, ad esempio, a quella emanata dalla Sicilia che prevede la sola licenza ambulante comunale per svolgere regolarmente il lavoro. Ma da Palazzo Lascaris nessuna nuova.
Cadeddu racconta anche come stanno vivendo con le loro famiglie.
<La raccolta di ferro era l'unico sostentamento di oltre 200 famiglie astigiane, fra italiani, rom e sinti. Con il blocco dei conferimenti, noi da due mesi e mezzo non guadagnamo nulla. Qualcuno ha smesso di mandare i figli a scuola perchè non ci sono più i soldi per i buoni mensa, nè per i quaderni o l'altro materiale scolastico di consumo. Molti sono in ritardo con gli affitti: a me, personalmente, hanno sospeso l'erogazione della luce elettrica oggi. Non abbiamo soldi per comprare da mangiare nè per far fronte a nessuna altra esigenza della nostra famiglia>.
Qualcuno, rischiando i furgoncini, ha ripreso a lavorare e va a scaricare nei pochi centri di raccolta di Liguria e Lombardia dove ancora prendono il loro ferro vecchio senza formulario. <Ma i chilometri sono tanti e fra benzina e autostrada, in tasca rimane pochissimo. Il sindaco ci ha risposto che per mangiare esiste la mensa comunale di corso Genova, ma per tutto il resto? Si rende conto che non è una risposta quella che ci ha dato?>.
Super controllati dalle forze dell'ordine, i rottamai stanno decidendo sul da farsi. Si sono dati qualche giorno per valutare se il Comune farà un passo verso di loro per aiutarli, altrimenti promettono proteste di piazza per urlare la loro disperazione.
Daniela Peira