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Cronaca
Procura della Repubblica

Rapina a Grinzane Cavour finita nel sangue: il gioielliere accusato di omicidio plurimo, tentato omicidio e porto illegale di arma

La Procura di Asti chiude le indagini. Il gioielliere ha inseguito i rapinatori in strada e ha sparato loro a distanza ravvicinata “con la volontà di cagionarne la morte”

A distanza di cinque mesi dalla rapina finita nel sangue a Grinzane Cavour, la Procura della Repubblica di Asti ha chiuso le indagini a carico di due imputati.

Il primo è l’unico sopravvissuto dei tre rapinatori che alla sera del 28 aprile avevano scelto la gioielleria Roggero per fare un colpo; il secondo è il titolare stesso della gioielleria Mario Roggero che ha inseguito i ladri scaricando un caricatore della pistola, uccidendone due e ferendone il terzo.

Il rapinatore è Alessandro Modica, accusato di rapina pluriaggravata che ha confessato; dopo essersi ripreso dalle ferite dovute ai colpi sparati dal gioielliere è stato trasferito in carcere dove attualmente ancora si trova.

Il gioielliere Roggero dovrà rispondere invece delle gravi accuse di omicidio doloso plurimo, tentato omicidio e porto illegale di arma comune da sparo. Il primo reato è quello nato dal fatto che i rapinatori, dopo il colpo, sono fuggiti in strada e lui li ha inseguiti e ha fatto fuoco contro di loro a distanza ravvicinata “con la volontà di cagionarne la morte” si legge negli atti a firma del sostituto procuratore Davide Greco. Una ricostruzione analitica fatta sia sulla base delle varie perizie balistiche e dei sopralluoghi, sia visionando filmati di videosorveglianza che hanno ripreso tutta la scena. Il reato di tentato omicidio è quello relativo agli spari verso Modica che è sopravvissuto, mentre la terza accusa deriva dal fatto che il gioielliere è privo di proto d’armi quindi poteva detenere la pistola solo all’interno del negozio e non portarla fuori di lì.

C’era un quarto indagato, il padre di Alessandro Modica, Giuseppe, inizialmente accusato di favoreggiamento personale per aver soccorso e nascosto il figlio ferito dopo la rapina, ma ad un ulteriore approfondimento investigativo la Procura si è convinta che non fosse stata raggiunta la prova di quanto contestato e ne ha chiesto l’archiviazione.

Chiuse le indagini, come da notizia di una nota del procuratore facente funzione Vincenzo Paone, si attende ora il rinvio a giudizio.

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