Era usato soprattutto dai pescatori del sud Astigiano per spostarsi dalla riva e agevolare le operazioni di pesca. Ugo Giacosa, 81 anni, di Mongardino, ha custodito il suo caratteristico navèt per tutti questi anni sulle sponde del Tanaro, di fronte al suo orto
Solcava le acque del fiume Tanaro fino a qualche decennio fa. Era usato soprattutto dai pescatori del sud Astigiano per spostarsi dalla riva e agevolare le operazioni di pesca. Ugo Giacosa, 81 anni, di Mongardino, ha custodito il suo caratteristico navèt per tutti questi anni sulle sponde del Tanaro, di fronte al suo orto, nella zona del fiume che si trova nei pressi della città di Asti.
«Una vera passione per una tradizione astigiana e del Tanaro: periodicamente tirava su dallacqua il navèt per gli interventi di manutenzione necessari alla sua conservazione racconta Andrea Gianotti, mongardinese e consigliere comunale, a proposito della cura da parte dellanziano zio per la sua imbarcazione . Tiene molto a quel navèt, che cura da cinquantanni: è originale dellepoca e lo usava per pescare, come molti facevano un tempo».
Questanno a dare una mano al signor Ugo per portare fuori dallacqua il navét è intervenuto un gruppo di volontari del Nucleo di protezione civile di Isola, che opera sul territorio. Unoperazione non troppo agevole quella di estrarre dallacqua unimbarcazione, tanto più difficoltosa se sulle spalle grava anche il passare del tempo. E così tutti insieme ci si è adoperati per raggiungere lobiettivo. Sistemata in posizione più agevole, la barca attende ora di essere risistemata.
Ugo Giacosa, nei prossimi mesi, si occuperà di piccoli rattoppi e verniciature, in modo da preservare uno dei pochi pezzi originali ancora presenti che testimoniano le tradizioni di un tempo delle nostre campagne. Un paio di mesi fa uniniziativa analoga era stata intrapresa da un gruppo di Astigiani, che avevano restaurato un navèt, calandolo nellacqua a poche decine di metri dal ponte sul Tanaro. Lo hanno battezzato Ultimo.
m.m.t.